Il 25 giugno 2025, il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, ha reagito duramente alla decisione del Tar Abruzzo, che ha imposto il rinnovo del voto in 27 sezioni del Comune di Pescara, definendolo un tentativo del centro‑sinistra di “consolarsi con il Tar” dopo una sconfitta alle urne.
Sospiri ha duramente criticato i tempi del tribunale, sostenendo che “ci mette un anno per causare solo danno alla Città”, evidenziando la disparità di trattamento, secondo lui, tra il caso della presidente della Sardegna, che avrebbe potuto ricorrere, e quello di Carlo Masci, che secondo lui ne sarebbe ingiustamente escluso. Ha aggiunto che, qualora si dovessero ripetere le votazioni, il centrodestra “perderà con maggiore scarto”, augurandosi che il Consiglio di Stato intervenga per “rimettere ordine”.
In una nota congiunta, i leader regionali di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega – tra cui Nazario Pagano, Etel Sigismondi, Guerino Testa, Vincenzo D’Incecco ed Emanuele Evangelista – hanno definito la decisione del Tar “incongrua, sproporzionata e del tutto avulsa dal contesto storico” delle elezioni, in cui il sindaco Masci si sarebbe aggiudicato la rielezione al primo turno con oltre 500 voti oltre la soglia del 50% più uno, confermati anche dal riconteggio. I firmatari affermano che eventuali “vizi formali” non possono intaccare un risultato già certificato e si dichiarano pronti a difenderlo in ogni sede.
Anche il sindaco Masci ha commentato la decisione, annunciando il ricorso al Consiglio di Stato, definendo il verdetto “travisto nei fatti e nei numeri”, lamentando che il Tar abbia premiato “errori formali dei presidenti di seggio” ignorando il voto reale dei cittadini.
Sul fronte opposto, le forze di centro‑sinistra, guidate dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, hanno interpretato la sentenza come la conferma di gravi irregolarità, citando plichi manomessi, verbali mancanti o compilati in modo casuale, e migliaia di schede non tracciabili, sottolineando che si tratta di “violazioni sostanziali” della trasparenza elettorale.
Il Pd regionale, in una nota firmata da Daniele Marinelli, Luciano D’Alfonso e Michele Fina, ha definito la sentenza un “colpo durissimo alla trasparenza delle istituzioni” e ha chiesto un approfondimento fino al chiarimento delle responsabilità. Parallelamente, il M5S – tramite Erika Alessandrini e Paolo Sola – ha invitato a chiedere immediatamente un nuovo voto, dichiarando che non si tratta di semplici imprecisioni, ma di una violazione sostanziale della regolarità del voto.
Attualmente, il Tar ha disposto che fino alla proclamazione dei nuovi eletti, i funzionari comunali, incluso il sindaco Masci, possano operare per l’ordinaria amministrazione e gli atti urgenti, mentre la Procura è stata incaricata di valutare eventuali ipotesi di reato in relazione a queste vicende.