Ecco come funziona il piano vaccini

Influenza, dalla ''stagionale'' alla ''A''

29 Settembre 2009   09:21  

Dal primo ottobre pronta la vaccinazione per difendersi dalla "tradizionale".
Entro fine mese sarà disponibile anche quella contro il virus H1N1

Gli esperti concordano: a colpire di più, come sempre, sarà la prima

 

di ARNALDO D'AMICO (repubblica.it)

Mentre cala l'allarme degli esperti per l'influenza A "suina", la "vecchia", tradizionale, influenza stagionale continua la sua marcia di avvicinamento all'emisfero nord del pianeta. Ambedue dilagheranno in inverno, quando, vivendo tutti a stretto contatto in luoghi chiusi e a lungo, per i virus si moltiplicheranno le occasioni di passare di gola in gola. Ma, a dispetto degli allarmi, saranno i virus della influenza stagionale ad avere più chance di contagio che non quelli della "suina".

Il ceppo di quest'ultima infatti, A/H1N1, come conferma nell'articolo a fianco il virologo Fabrizio Pregliasco, si era già fatto due giri del mondo, uno nel 1977 e un altro nel 1997, lasciando dietro di sé una popolazione in gran parte immunizzata, soprattutto quella che oggi ha dai 40 anni in su, esposta due volte. Ecco perché la "suina" colpisce di più i giovani e perché, alla luce anche degli ultimi dati di diffusione e mortalità, gli esperti della sanità americana hanno declassificato a 1 (la scala è sino a 5) il livello di allarme della pandemia A, pari a quello delle influenze stagionali. Infatti A/H1N1, a suo tempo, non fece peggio dei cugini (sempre di ceppo A, il più aggressivo) che sono responsabili della maggior parte dei casi - e dei decessi - che si registrano ad ogni ondata stagionale.

Nuovi per il nostro sistema immunitario sono invece i tre ceppi più diffusi della stagionale 2009-2010: il ceppo A/Brisbane/59/2007 (sempre della famiglia H1N1), il ceppo A/ Brisbane /10/2007 (H3N2) e il ceppo B/ Brisbane /60/2008. Gli stessi inseriti nel vaccino anti-stagionale disponibile dall'inizio di ottobre e a cui si potrà associare quello contro la "suina" dopo il parere favorevole dell'Oms emesso il 24 settembre, non appena sarà disponibile (l'inizio della distribuzione è previsto per la fine di ottobre).

Quale che sia il ceppo da cui si è infettati, identici sono i meccanismi con cui il virus si diffonde nell'organismo e la reazione del sistema immunitario. È quest'ultima la causa dei sintomi e delle complicazioni che, nei soggetti in cattive condizioni di salute, possono portare al decesso.

Dalle goccioline di saliva sparse da un malato, i virus sbarcano sulle mucose (in genere quelle dei bronchi) di un individuo sano, ed entrano nelle cellule. I geni virali prendono il comando dei meccanismi vitali cellulari e li costringono a produrre altri virus che, alla morte della cellula, vanno a moltiplicarsi in altre cellule, diffondendosi nell'organismo, in una sorta di reazione a catena. Contemporaneamente il sistema immunitario mette in moto la prima linea di difesa: una serie di molecole che innalzano la temperatura del corpo, dilatano i capillari e li rendono più permeabili, aumentando l'afflusso del sangue e facilitando la diffusione nel tessuto invaso dai virus dei globuli banchi e di liquidi. Infine, queste molecole hanno un'azione nociva diretta per i virus.

Tutte queste azioni combinate tra di loro sconfiggono i virus in pochi giorni. Eventuali superstiti vengono spazzati via una settimana dopo, con l'arrivo dei primi anticorpi.

Proprio le armi schierate dal sistema immunitario costituiscono un pericolo per soggetti non in salute, in particolare per chi ha problemi cardiovascolari o respiratori. La febbre fa produrre all'organismo grandi quantità di ossido di azoto, potente vasodilatatore (lo stesso che viene fatto accumulare dal Viagra). La dilatazione delle arterie fa crollare la pressione sanguigna. Il cuore aumenta il suo sforzo per contrastare il calo della pressione e, se è in condizioni malandate, può non farcela. Per chi invece soffre di bronchite cronica, enfisema e altre patologie che riducono la capacità di incamerare ossigeno, la minaccia è rappresentata dall'infiammazione di bronchi e polmoni che riduce l'afflusso di ossigeno sino a livelli incompatibili con la vita.

Queste le categorie a rischio che pagano il tributo più alto ai virus influenzali di qualunque tipo e ai quali la vaccinazione è più raccomandata. Per il vaccino rivolgersi al medico di famiglia.

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