''Eliminiamo tutte le Province e sostituiamole con aree omogenee e Unioni di Comuni"

30 Luglio 2012   12:08  

Riceviamo dal dirigente regionale Antonio Perrotti e pubblichiamo:

''Esigenze di economia gestionale e di efficacia nella Pubblica amministrazione impongono una ripresa del ragionamento a suo tempo fatto nel Quadro di Riferimento Regionale sulle Aree di Attuazione Programmatica e su un conseguente riassetto istituzionale.

Le 7 Aree forse oggi sono troppe o comunque non possono diventare un riferimento per una revisione circoscrizionale ma certo sono una base attuale per capire come ha funzionato e come continuerà a funzionare questa nostra regione.

È indubbio infatti che va istituita un’Area Metropolitana per la conurbazione CH-PE magari come semplice Unione di comuni, ma è la prima vera esigenza improrogabile.

Da Montesilvano a Ortona e da Pescara a Popoli c’è ormai una contiguità fisico-funzionale che pretende una pianificazione organica e scelte strategiche condivise.

C’è poi la conurbazione lineare della costa teramana una vera e propria città lineare che aspetta organiche risposte funzionali urbanistiche e ambientali. Di pari rilievo è l’esigenza di un Progetto Speciale regionale per la Costa Teatina ove proporre un modello alternativo di fruizione turistica della costa imperniato sul percorso verde della ex ferrovia.

Le Polarità cittadine dell’Abruzzo interno potrebbero opportunamente essere organicamente organizzate intorno all’idea di Appennino Parco d’Europa come basi di un modello di sviluppo alternativo, ecosostenibile incentrato sulle economie agrosilvopastorali , su alte tecnologie e su un sistema universitario unitario.

Da un tale disegno derivano chiare indicazioni per un riassetto amministrativo che vedrebbe un’area metropolitana (unione di comuni) di 350.000 abitanti per conservare le attuali tre province; in tal caso l’economia di fondo pretesa dal DL verrebbe proprio da sistema CH-PE.

In subordine appare perseguibile l’ipotesi di due province una costiera depurata delle aree Parco montane. da Martinsicuro a S. Salvo contrapposta e integrata ad una grande provincia interna appenninica dall’alto Sangro, alla città di Teramo compresa.

Per queste due realtà territoriali in sé omogenee ma contemporaneamente a diversa vocazione andrebbe poi portata avanti una serrata politica di valorizzazione integrata,: il congestionato sistema urbano costiero aperto al Corridoio adriatico, ai Balcani e al Mediterraneo, andrebbe contenuto riqualificato e strettamente connesso con il sistema pedemontano dell’Appennino e con le sue qualificate vocazioni di nicchia.

Bisognerebbe, invece, cogliere con coraggio l’ipotesi di una abrogazione delle Province in quanto non corrispondono a nessuno dei problemi territoriali emersi nella ricerca e rischiano di limitarsi alla sola intermediazione politico /programmatica; gran parte dei nostri problemi strategici sono infatti sovraprovinciali e pretendono una soluzione ad un livello più alto regionale e nazionale.

In tale ottica diventa interessante pensare ad una Regione forte che articoli al sua programmazione in 7 aree strategiche da quella (improrogabile!!), Chieti-Pescara, a quella Circonfucense, alle altre e che queste magari come semplici Unioni di comuni elaborino Piani strategici con conseguenti Piani Pluriennali di Attuazione.''


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