La richiesta dello stato di emergenza punta a ottenere risorse per far fronte ai disagi di studenti, famiglie e personale scolastico.
La chiusura forzata dell'istituto scolastico Delfico a Teramo continua a creare disagi significativi, portando il Comune a richiedere formalmente l’attivazione dello stato di emergenza. La decisione è stata presa congiuntamente con la Provincia, e la domanda sarà avanzata agli enti preposti, tra cui la Protezione Civile Regionale e la Prefettura di Teramo. L’obiettivo è quello di affrontare in maniera adeguata i risvolti organizzativi ed economici legati alla chiusura della scuola, con un particolare focus sulla tutela del diritto allo studio.
Secondo il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, le conseguenze del sequestro dell'istituto sono molto più ampie di quanto si possa immaginare. Il provvedimento ha infatti colpito oltre 1500 persone, tra studenti, docenti e personale amministrativo, privandoli improvvisamente della loro sede scolastica. D'Alberto ha sottolineato come l’impatto sociale di questa vicenda sia devastante per la comunità locale, considerando anche l’importanza del convitto associato alla scuola, che fornisce residenzialità agli studenti fuori sede.
"La chiusura del Delfico – ha dichiarato il sindaco – sta generando un peso gravissimo su tutta la nostra comunità. Non si tratta solo del diritto allo studio, ma anche della gestione logistica e residenziale dei convittori, che necessitano di una sistemazione adeguata. L’intervento degli enti sovraordinati è indispensabile per risolvere la situazione."
Il Comune di Teramo, assieme alla Provincia, ha già stanziato fondi per affrontare le prime spese urgenti, ma la portata dell'emergenza richiede risorse e interventi superiori, motivo per cui si chiede l'attivazione del livello più alto della Protezione Civile. La speranza è che, attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza, sia possibile ottenere i fondi necessari per garantire una soluzione tempestiva e duratura.
La situazione è particolarmente critica anche perché l'Abruzzo è composto in gran parte da piccoli comuni, molti dei quali hanno una popolazione inferiore ai 1500 abitanti. Teramo, essendo una delle poche città di dimensioni maggiori, si trova a dover gestire un afflusso consistente di studenti, rendendo ancora più urgente la necessità di riaprire il Delfico.
La priorità, come ha sottolineato il sindaco, rimane quella di permettere agli studenti di tornare il prima possibile nella loro sede originaria. "L'unica alternativa al Delfico – ha ribadito D’Alberto – è il Delfico stesso. Continueremo a lavorare senza sosta per creare le condizioni necessarie affinché i ragazzi possano riprendere le loro attività scolastiche lì."
Anche la Provincia di Teramo si è unita alla richiesta di emergenza, sottolineando l’importanza di trovare soluzioni immediate per ridurre al minimo i disagi subiti dagli studenti e dalle loro famiglie.