Ruzzo Reti rassicura sulla qualità dell'acqua, ma il prefetto potrebbe intervenire per proteggere 700mila cittadini.
L'emergenza riguardante l'acquifero del Gran Sasso continua a preoccupare, mentre il traffico lungo il traforo autostradale rimane bloccato da un senso unico alternato, causando disagi significativi. Nonostante la sospensione temporanea dei lavori da parte della società Italferr, incaricata delle indagini geognostiche, la situazione resta critica. La misura del traffico alternato, regolata da semafori, ha sollevato forti polemiche tra gli automobilisti, costretti a lunghe attese. L’incertezza durerà almeno fino ai due incontri tecnici previsti a Roma per lunedì e martedì, quando si discuterà della possibile rottura del collettore di drenaggio principale nella galleria direzione Roma-Teramo, che avrebbe portato a un incremento della torbidità dell’acqua.
La prima riunione vedrà coinvolta Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade A24 e A25, che gestisce l’infrastruttura, mentre la seconda sarà con Sian, l’ente pubblico incaricato di verificare la potabilità dell’acqua. Nel frattempo, la Ruzzo Reti ha assicurato che l’acqua torbida, riscontrata in precedenza, non è stata distribuita ai cittadini poiché già destinata allo scarico preventivo. "Non c'è mai stato alcun rischio per la popolazione", afferma la società in una nota, smentendo qualsiasi allarmismo. Il comunicato sottolinea che al primo segnale di anomalia nei valori dell'acqua, i lavori sono stati immediatamente fermati.
Nonostante queste rassicurazioni, la situazione rimane delicata, tanto che il prefetto dell'Aquila, Giancarlo Di Vincenzo, potrebbe convocare una riunione straordinaria per affrontare l'emergenza idrica che potrebbe coinvolgere circa 700mila cittadini. Il rischio maggiore deriva dalle possibili infiltrazioni nell’acquifero, una problematica sollevata più volte dalle associazioni ambientaliste. Questo ha portato alla nomina di un commissario speciale, incaricato di attuare un piano di messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso.
Secondo fonti vicine al commissario, riportate dall’Agenzia Ansa, Pierluigi Caputi, commissario per la messa in sicurezza, ha espresso il suo disappunto per la tardiva comunicazione da parte di Italferr riguardo alla presunta rottura del collettore e all’aumento dei valori di torbidità. Caputi, che dispone di poteri speciali per la gestione degli appalti legati alla sicurezza dell’acquifero, ha affidato a Italferr il compito di eseguire i sondaggi geologici e redigere il progetto di messa in sicurezza, in quanto società interamente controllata dallo Stato.
I prossimi giorni saranno decisivi per comprendere l’evoluzione della situazione. Se le indagini confermeranno i timori iniziali, potrebbero essere necessarie ulteriori misure per proteggere l’erogazione dell'acqua potabile nelle aree interessate. La questione del traffico nel traforo del Gran Sasso rimane anch'essa al centro del dibattito, con i cittadini e le autorità locali che premono per una soluzione che possa minimizzare i disagi senza compromettere la sicurezza dell’acquifero e dell'infrastruttura autostradale.
Per il momento, resta fondamentale monitorare da vicino le verifiche in corso e attendere l’esito dei due summit a Roma, che potrebbero chiarire la portata reale del problema e dare una risposta definitiva su tempi e modalità di intervento.