Emergenza terremoto, Giuliante: "Prima di chiedere altri fondi razionalizziamo le spese"

23 Dicembre 2011   16:00  

La legge 77 sul terremoto dell'Aquila stanziava somme ben definite per ciascuna annualità successiva a quella dell'evento sismico che colpì le aree interne dell'Abruzzo nel 2009.

Per questo, secondo Gianfranco Giuliante, sono inadeguati i pellegrinaggi romani di taluni esponenti istituzionali.

Ministero dell'Economia e Protezione civile – ricorda l'assessore – hanno più volte chiesto che si procedesse ad una riorganizzazione della struttura amministrativa che gestisce a vario titolo l'emergenza, abitativa ma non solo, prima di decidere per ulteriori stanziamenti di risorse, che andassero oltre, dunque, i 30 milioni annui previsti originariamente dalla legge.

E se fino ad oggi si è potuto contare su un governo politico – oltre che, per certi versi, amico – che ad ogni chiamata, o quasi, rispondeva positivamente, in tempi in cui la guida del Paese è in mano a tecnocrati il cui principale obiettivo è quello di far quadrare i conti dello Stato, allora quelle esigenze di riorganizzazione della macchina dell'emergenza post sisma diventano un obbligo ineludibile.

Dal 2009 ad oggi, nonostante le reiterate richieste, spiega dunque Giuliante, né la Regione né il Comune hanno provveduto a razionalizzare le spese, cosa che sarebbe potuta avvenire, ad esempio, con la contrazione delle funzioni della Sge, struttura di gestione dell'emergenza che fa capo al commissario che si compone di sei settori, molti dei quali rappresentano dei veri e propri doppioni, replicando uffici già esistenti in Regione, e con la riorganizzazione della macchina amministrativa per quanto riguarda il Comune dell'Aquila.

Alla vertenza aperta a Roma – dice insomma Giuliante – bisogna presentarsi con proposte precise e credibili.

servizio Marco Signori
riprese Diego Lepiscopo
montaggio Alessandro Di Giacomantonio 


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