Escort o mattonelle, le cricche nella sanità malata abruzzese

Inchiesta alla Asl di Pescara

16 Marzo 2010   13:11  

Perché il debito della sanità abruzzese è tra i più alti d'Italia? Perché è così difficile rimettere i conti a posto, nonostante i sacrifici dei tartassatissimi contribuenti abruzzesi? Perché da anni i pescaresi aspettano l'apertura del reparto maternità del loro ospedale?

Una risposta, al condizionale, la leggiamo sulle carte dell'inchiesta della Procura di Pescara che ha portato in carcere, su disposizione del gip Guido Campli, Franco D'Intino, funzionario della Asl, imprenditore foggiano G. P. e il suo responsabile del cantiere Giacomo Piscitelli, i liberi professionisti pescaresi Alfonso Colliva e Damiana Bugiani. L' inchiesta vede tra gli indagati anche il manager della Asl, Claudio D'Amario.

Lo schema pare sia sempre lo stesso, adottato in open source dalle tante cricche italiane che stano trascinando il paese nel baratro economico e morale.

Uno schema molto simile a quello che emerge dall'inchiesta fiorentina sugli appalti gonfiati e fraudolenti ''ingenuamente'' gestiti dalla Protezione civile. Qui però non ci sono escort calienti come merce di scambio, ma meno impegnative mattonelle, che passano di mano da controllati a controllori, che in realtà sono culo e camicia. Mission della cricca è ovviamente quello di mettersi in tasca i soldi dei cittadini, gonfiando appalti, facendo fuori la concorrenza, realizzando lavori inutili.

Nelle carte e nelle intercettazioni del Gip, si racconta questa volta di un servitore dello stato il funzionario della Asl Franco D’Intino, responsabile dei lavori di ristrutturazione del dipartimento materno-infantile dell’ospedale di Pescara, che 'al telefono esclama entusiasta ''qua ci sta da mangiare!'' e che si fa consegnare dalla ditta che sta eseguendo i lavori, e che lui dovrebe controllare, la Cre Impianti Tecnologici dell'imprenditore G. P., mattonelle, infissi, e quant'altro per la sua bella villa di Scafa.

In cambio il funzionario avrebbe concesso all'imprenditore ''la facoltà di gonfiare liberamente gli importi e le quantità allibrate negli stati di avanzamento dei lavori con duplicazioni di pagamenti e la certificazione di opere non ancora eseguite''.

E così gli arredi per le sale operatorie sarebbero arrivati alla folle cifra di 150 mila euro e tre saliscendi motorizzati, sono costati dieci volte il prezzo di mercato.

Le intercettazioni raccontano poi che la Cre Impianti Tecnologici aveva vinto la gara con un sostanzioso ribasso d'asta, ma poi subito il funzionario D’Intino si sarebbe prodigato per far approvare una perizia di variante con una lievitazione di costi da tre a sette milioni, per una presunta necessità di adeguare l’intervento alle nuove leggi sul ''contenimento termico. Un gioco delle tre carte insomma.

Una variante che supera il 50% dell'importo, cioè illegittima.

Il manager dell'Asl D'Amario è indagato per falso in atto pubblico proprio in quanto avrebbe concordato con D'Intino le condizioni per l'approvazione della perizia di variante poi fatta proprio dal direttore generale con la delibera 510 del 3 luglio del 2009.

Alla presunta cricca farebbero parte anche due liberi professionisti, gli immancabili colletti sporchi, che avrebbero garantito una direzione dei lavori compiacente: ''Talmente smaccata è la condotta dei due direttori dei lavori - scrive il gip - che persino Piscitelli (il capocantiere della ditta ndr) non può fare a meno di commentare, con tono sarcastico che i due “cicci belli” abbiano guadagnato decine di migliaia di euro senza fare nulla''.

Loro erano profumatamente pagati dai cittadini contribuenti per controllare i conti e invece avrebbero prodotto falsi documenti di contabilità dell'appalto, i calcoli venivano fatti in realtà non dall'ente pubblico ma dalla ditta stessa e omettevano ogni doveroso controllo sulle quantità di materiale consentendo così all'impresa le frodi più varie''
Colliva e Bugiani avrebbero poi accettato retribuzioni di «assoluta consistenza economica» ma «non per controllare ma perchè l'illecito del privato trovasse soddisfazione».

Riassumendo: l'imprenditore furbo vince la gara, alla faccia delle altre ditte concorrenti, con un ribasso d'asta clamoroso, ma è in combutta con il funzionario, già profumatamente pagato dai contribuenti, che si fa costruire una villa a scrocco, e cura gli interessi fraudolenti dell'imprenditore furbo. I liberi professionisti guadagnano soldi per non controllare, non vedere e non parlare.

Per dirla con le parole del gip Guido Campli: ''Il privato e il controllore avevano gli stessi interessi e a farne le spese era l'ente pubblico''.

Loro se la spassano e si arricchiscono, la plebe dei contribuenti è sempre più rassegnata e impotente. Il governo per non deprimerla ulteriormente, pensa di abolire le intercettazioni per non fare più uscire queste imbarazzanti storie che gettano discredito sul porcile Italia, e gettano il morale a terra.

Filippo Tronca

 

Pescara - Cronaca : La squadra mobile di Pescara ha eseguito all'alba cinque misure cautelari per i reati di corruzione, truffa aggravata in danno dello Stato e falso. Le misure riguardano un funzionario della Asl di Pescara, due direttori dei lavori, un imprenditore e il responsabile del cantiere. All'esame ...

15/03/2010 10:54

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore