Esondazioni e cementificazione, l'appello del Wwf: "Soldi per armamenti destinati al territorio"

Conferenza di varie associazioni ambientaliste

06 Dicembre 2013   13:31  

La clamorosa ondata di maltempo che ha causato innumerevoli disagi a cose e persone in tutto Abruzzo e non solo ha riaperto polemiche mai sopite sulla cementificazione selvaggia presso il fiumi abruzzesi, in modo particolare la val Pescara, e la mancata messa in sicurezza dei territori interessati

A denunciare la situazione ed a lanciar l'ennesimo appello alle istituzioni sono state varie associazioni ambientaliste, Wwf Abruzzo in testa, che si sono riunite in una conferenza stampa congiunta.

"Da troppi anni le associazioni denunciano situazioni di cattiva gestione da parte della politica riguardo all'ambiente" - ha esordito Augusto De Sanctis del Wwf - "ed abbiamo stilato un documento in cui abbiamo raccolto varie questioni da anni sollevate ma mai prese in considerazione dalla classe dirigente. Ci riferiamo, in particolare, al Piano per la Tutela delle Acque, per il quale abiamo dovuto letteralmtne reclamare una partecipazione pubblica dopo che i dirigenti regionali si erano detti scettici riguardo ai cambiamenti climatici, che avrebbero prodotto stuazioni di rischio estremo paventate sin dal 2011 per le quali si sarebbe dovuto e potuto prendere per tempo adeguate contromisure".

Secondo De Sanctis, il problema risiede nella opportuna allocazione di risorse: "Ci dicono che mancano i soldi per il riprisitino del territorio, quindi noi intendiamo rimarcare l'opportunità di evitare di spendere centinaia di milioni di eruo per bombardiere ed F35 o, a livello prettamente regionale, circa 150 milioni per la Pedemontana Abruzzo Marche, tra l'altro a discapito delle colline, e spenderli invece per la messa in sicurezza del territorio, in particolare presso i fiumi, altrimenti episodi come quelli della settimana scorsa sono destinati a ripetersi. Vi sono inoltre circa 300 ponti a rischio frana sin dal 2004, per tacere del consumo di suolo zero, con la legge regionale di edilizia del 2012 che ha comportato la costruzione intensiva di cubature in tutto Abruzzo. E' quindi evidente come vadano riviste le priorità, per cui ci appelliamo al sottosegretario Legnini ed ai parlamentari abruzzesi".

Renato Di Nicola dell'Abruzzo Social Forum, tornando di seguito sui mutamenti climatici in atto, ha rimarcato come "non se ne è tenuto conto e non si sono di conseguenza prese le dovute precauzioni. A ciò non si può continuare a rispondere con 'politiche del quotidiano' o con ulteriore cementificazione, la quale è in diretta correlazione col rischio di alluvioni: più  è intensiva, maggiore è il rischio di esondazioni".

"Occorre un drastico cambiamento di tendenza", ha sostenuto Giuseppe Di marco per Legambiente, il quale ha poi inteso rimarcare che "la media regionale di cementificazione, in aumento del 9% negli ultimi anni, è persino superiore a regioni come Lombardia o Veneto, e le spese per le emergenze vanno poi a incidere in maniera non indifferente sul bilancio regionale e sull'aumento dei costi".

E' ancora negli occhi di tutti gli abruzzesi, a tal riguardo, il quasi allagamento del centro commerciale Megalò, ed a tal prorposito Nicoletta Di Francesco del Wwf ha ribatico come "Megalò ha sottratto spazi al fiume essendo stato realizzato nella zona della cassa di espansione, e con le nuove paventate costruzioni il rischio diverrebbe ancora più alto. La realizzazione di Megalò 2 è stata già approvata, mentre è stato presentato ricorso alla mancata costruzione di Megalò 3, ed a tal proprosito noi associazioni chiediamo al sindaco di Chieti di ritirare la partecipazione del Comune al procedimento".

Lorenzo Ciccarelli


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