Ex centrale del latte di Pescara: puntellamenti in extremis

04 Agosto 2010   12:04  

Un incredibile intreccio, disattenzioni gravi che si pagano con corse ai ripari in extremis.
La vicenda ha dell'incredibile: l'ex centrale del latte di Pescara, unico edificio di epoca dannunziana, opera pregevole progettata nel 1932 dall'architetto Florestano Di Fausto non viene sottoposta a vincolo e l'ignoranza di chi non sa o non vuol sapere, non scorge l'unicità del luogo e decide che di quell'edificio, testimonianza storica, si può fare a meno e si punta ad un "restauro innovativo" ovvero, demolizione e ricostruzione. Il permesso per tale azione è stato concessa dal Comune il 14 giugno scorso.

Immediate le polemiche delle associazioni cittadine, dal comitato abruzzese per il paesaggio a Italia nostra e Wwf, e nonostante la demolizione fosse già iniziata, si tenta il tutto per tutto venerdì scorso il sovrintendente regionale Luca Maggi blocca i lavori, facendo appello all'articolo 28 del Codice dei beni culturali.

Eppure, in barba alla delibera ministeriale, lunedì sera le ruspe si rimettono al lavoro lungo via del Circuito e buttano giù il retro dell'edificio, lasciando parzialmente in piedi la facciata e alcuni vani. L'intervento delle associazioni cittadine, che si sono precipitate sul posto, fa sì che arrivi l'ordinanza di sospensione da parte della Sovrintendenza.
Ma è tardi: l'edificio è pericolante e rischia di crollare da un momento all'altro.
Da qui la decisione di chiudere al traffico l'area del cantiere.


Il tentativo della Sovrintendenza di salvaguardare gli elementi architettonici di pregio sfuggiti alle ruspe, cioé le pareti frontale e laterale in mattoncini rossi, espressione dell'architettura fascista degli anni Trenta, si scontra con la mancata notifica dell'ordinanza di sospensione dei lavori.

"Non voglio innescare ulteriori polemiche, ma è evidente che siamo di fronte a un caso palese di violazione di una disposizione ministeriale. Un'indagine interna o l'intervento della magistratura dovrà chiarire i motivi della mancata trasmissione dell'ordine di blocco e individuare le eventuali responsabilità".

Così Patrizia Tomassetti, funzionaria della Sovrintendenza per i Beni architettonici e del paesaggio, commenta la ripresa alla chetichella della demolizione del vecchio centro provinciale di raccolta e distribuzione del latte.

L'ordinanza per la messa in sicurezza e il puntellamento della facciata dell'ex centrale del latte in via del Circuito arriva in extremis.
Almeno fino a venerdì via Del Circuito continuerà ad essere chiusa al traffico per circa cento metri, dall'incrocio con via Fonte Romana alla confluenza con via Gole di San Venanzio.
La decisione, presa dagli assessori alla Protezione civile Berardino Fiorilli e allo Sviluppo del territorio Marcello Antonelli, arriva dopo il fonogramma inviato dai vigili del fuoco al sindaco Luigi Albore Mascia. "Entro tre giorni", si legge sull'ordinanza disposta dal primo cittadino, "l'impresa dovrà procedere alla messa in sicurezza della facciata, utilizzando strutture lignee e metalliche al fine di evitare il ribaltamento e il crollo dell'edificio residuo".

 


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