Udienza preliminare fissata per il 21 novembre ad Ancona: coinvolti 77 indagati nell'operazione "Euro Green Pass", che tocca diverse regioni italiane.
L'inchiesta sulle false vaccinazioni anti-Covid nel Centro sportivo Paolinelli di Ancona si allarga, coinvolgendo diverse regioni, tra cui l’Abruzzo. Secondo quanto riportato, un infermiere avrebbe orchestrato, tra dicembre 2021 e gennaio 2022, un giro di vaccinazioni fraudolente finalizzate all'ottenimento illegale di Green Pass. I certificati venivano rilasciati a persone che, in realtà, non ricevevano alcuna somministrazione, creando un sistema di corruzione e peculato.
La Procura di Ancona ha emesso, lo scorso 13 settembre, la richiesta di rinvio a giudizio per 77 indagati nell'ambito dell'operazione denominata "Euro Green Pass". Il Gip del capoluogo marchigiano ha successivamente fissato l'udienza preliminare per il prossimo 21 novembre, durante la quale si deciderà se procedere con il rinvio a giudizio o se accettare eventuali richieste di patteggiamento o riti alternativi. Tra gli indagati, alcuni potrebbero chiedere il proscioglimento.
Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Ancona, sono state affiancate da uffici investigativi di altre province italiane, coinvolgendo città come Pescara, Bologna, Roma, Pesaro-Urbino e Perugia. Gli investigatori hanno ricostruito le modalità del raggiro: le false vaccinazioni venivano eseguite presso l'hub vaccinale allestito al Centro sportivo federale "Paolinelli", e grazie a una microcamera piazzata all'interno di un camerino, le operazioni dell’infermiere sono state filmate e documentate dalle forze dell'ordine.
Le persone coinvolte provenivano non solo dalle Marche, ma anche da altre regioni italiane, tra cui l'Abruzzo, attirati dalla possibilità di ottenere un Green Pass senza sottoporsi realmente alla vaccinazione. Questo modus operandi non solo ha violato le regole sanitarie, ma ha anche favorito la circolazione di individui non vaccinati durante il periodo più critico della pandemia, con gravi rischi per la salute pubblica.
Il Green Pass, introdotto come misura di sicurezza per il contenimento della diffusione del Covid-19, era essenziale per accedere a diversi servizi e luoghi pubblici. Il sistema di certificazione fraudolenta messo in atto ad Ancona ha dunque rappresentato una violazione grave, sfruttando il bisogno delle persone di ottenere rapidamente il documento per continuare le loro attività quotidiane, come viaggiare o lavorare.
In attesa dell’udienza del 21 novembre, i numerosi indagati affrontano l'incognita di un processo che potrebbe portare a conseguenze legali pesanti, considerando la gravità dei reati di corruzione e peculato. Le indagini potrebbero inoltre rivelare ulteriori ramificazioni in altre parti d’Italia, ampliando ulteriormente lo spettro delle responsabilità.