Febbo: dal comparto agricolo segnali di ripresa

03 Gennaio 2011   14:21  

"Trovo che l'analisi fornita dalla Cia riguardo la situazione del comparto agricolo nella provincia di Chieti, sia eccessivamente pessimistica e che bisogna analizzare con maggiore attenzione i dati a disposizione nella loro interezza e complessita'".

E' quanto ha dichiarato l'assessore alle Politiche agricole Mauro Febbo, in relazione al rapporto della Confederazione italiana agricoltori che consegna un'agricoltura in piena crisi.

"Nessuno mette in dubbio le difficolta' di un settore che risente della crisi economica e finanziaria che colpisce anche gli altri - prosegue Febbo - ma invito a fare un'attenta riflessione su alcuni aspetti determinanti. Innanzitutto per quanto riguarda le imprese iscritte alla Camera di commercio, secondo la Cia, c'e' stato un calo rispetto all'anno passato di 607 unita'.

Su questo dato, che considero privo di interesse, incidono in maniera rilevante le cessazioni di Partita Iva di aziende di piccolissime dimensioni, che hanno semplicemente smesso di pagare la quota di iscrizione.

In particolare molte di queste sono nate sulla spinta dei numerosi contributi di cui hanno potuto beneficiare in passato, come quello relativo al bonus gasolio o alla domanda unica della Pac. I finanziamenti relativi alla politica agricola comunitaria negli anni scorsi hanno pesato fortemente sul bilancio europeo con una quota passata dall'85 al 55 % e che e' destinata a diminuire al 40-35% per il periodo 2014/2020.

Questo calo nella contribuzione comunitaria deve spingere gli operatori del settore a dare una sterzata alle loro strategie anche in virtu' delle altre realta' europee.

Basti pensare che le nostre 60.000 aziende abruzzesi hanno una superficie media di 2,5 ettari a fronte dei 7,5 a livello nazionale mentre in Spagna si registrano 24 ettari e addirittura 30 in Francia. Paradossalmente quindi, il dato in questione dovrebbe essere visto in maniera positiva. Ho sempre sostenuto infatti che, anche in virtu' dei mutati scenari internazionali, la nostra agricoltura deve mutare radicalmente e passare da una filosofia assistenzialistica ad una marcatamente imprenditoriale soprattutto se vogliamo dare certezze ai giovani". 

"Solo ragionando da imprenditori agricoli con un'azienda di 15/20 ettari - osserva l'assessore -si possono reperire risorse, incrementare il reddito e dare maggiore concretezza al proprio futuro. Il nostro settore non deve essere piu' legato solo a vigneti e uliveti ma e' necessario diversificare, puntando su altre colture come quella degli ortaggi e frutta. Come assessorato abbiamo attivato numerose iniziative di sostegno sia alla qualita' dei nostri prodotti enogastronomici sia ai produttori con interventi relativi alla Filiera corta (vedi legge sul "Chilometro zero"). Le scelte pero' devono essere condivise sia a livello politico che privato con una propensione ad investire nello sviluppo, nella produttivita' e nell'occupazione". "Un altro aspetto su cui bisogna riflettere - continua l'assessore Febbo - e' quello relativo ai contributi per le estirpazioni. Si tratta di provvedimenti che esitono da sempre e sinceramente non capisco come oggi possano incidere in maniera cosi' pesante sui dati della produzione".

Per fare un'analisi piu' completa di tutto il settore agricolo, che non sia limitata solo ad alcuni aspetti che rischiano di falsarla, bisogna tenere in considerazione gli altri dati che in questi ultimi tempi abbiamo piu' volte evidenziato come quelli forniti da Istat, Banca d'Italia Cisl e Unioncamere.

"E' necessario porre l'attenzione in particolar modo anche sui numeri relativi all'occupazione (fonte Inps) in forte crescita rispetto al 2008 e al 2009 e su quelli delle esportazioni del comparto agroalimentare. Dati che assumono un significato rilevante e che devono indurci ad essere piu' fiduciosi. I numeri dell'esport, come confermato anche dalle relazioni dal Centro estero Abruzzo e Banca d'Italia, fotografano un andamento estremamente positivo con un +12,49%, di gran lunga superiore al dato nazionale e addirittura a molti paesi europei".

 "Il nostro assessorato monitora costantemente la situazione del comparto ed e' sempre aperto al confronto con tutti gli operatori del settore, comprese le organizzazioni di categoria che possono contare sul "tavolo verde" regionale . Non comprendo quindi la richiesta avanza dalla Cia, di un confronto con la Provincia che non ha nessuna competenza in materia. Comunque l'assessorato resta disponibile, come sempre ha fatto, a ricevere proposte sulle linee strategiche e sui programmi relativi al futuro di tutto il comparto".

 


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