Felicità e benessere: una ricerca su Science conferma quello che gli aquilani vivono ogni giorno

25 Settembre 2012   13:27  

Science svela attreaverso una ricerca, che sarà pubblicata da domani e che è stata anticipata oggi da Repubblica,  il nesso benessere-ambiente fisico, ma bastava intervistare gli aquilani per coprire ciò che la ricerca dice.

Lo studio dice che "stare in un quartiere piuttosto che un altro può fare la differenza non solo in termini di "soddisfazione residenziale", ma anche per la nostra salute e la percezione della felicità."

La conclusione arriva dall'analisi dei dati di un esperimento condotto dal Department of Housing and Urban Development degli Stati Uniti. I ricercatori hanno assegnato a migliaia di famiglie residenti in quartieri molto popolari di New York, Los Angeles, Chicago, Boston e Baltimora dei voucher per alloggi situati in quartieri vicini, ma più residenziali.

Lo sanno bene gli aquilani, a cui non solo il trauma del terremoto, ma quanto ne è derivato, ha modificato la propria percezione di benessere.

Cambio di casa, anche ripetuto nell'arco di un paio d'anni, cambio di quartiere, entrata in case che per quanto confortevoli, sono omologate e in qualche misura omologanti. 

Però è vero anche un altro aspetto, che lo stesso studio sembra sottolineare. Ci sono molti casi a L'Aquila, spesso inconfessati e forse inconfessabili, di trasferimenti che hanno migliorato le condizioni abitative. C'è chi ha trovato case più ampie, vicini più simpatici, affacci più luminosi, e molti ancora che se hanno perso la dimensione storica del vicolo, hanno trovato quella del benessere.

Altri hanno trovato case calde, case solide, case accoglienti.

Insomma il cambiamento, anche se a L'Aquila è conseguente da una dramma, non è sempre negativo.


Lo studio è scientifico, e non basato su una piccola realtà.

Dopo circa 15 anni di osservazione dei dati, i ricercatori arrivano a stabilire che coloro che si erano trasferiti stavano sperimentando una sensazione di benessere complessivo e addirittura di felicità maggiore rispetto al gruppo di controllo che, non avendo ricevuto il sussidio, non si era mai mosso dal quartiere popolare in cui abitava. Tutto ciò a anche se la maggior parte non aveva comunque migliorato la propria situazione economico-sociale.

"L'influsso che l'ambiente può avere sulla nostra vita quotidiana e sulla percezione della felicità è notevole ed è ormai da anni oggetto di studio della psicologia ambientale che si occupa proprio di studiare il comportamento umano e il benessere delle persone in relazione alle caratteristiche fisiche e sociali  dei luoghi della vita quotidiana" spiega Mirilia Bonnes, direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca in Psicologia Ambientale (CIRPA), presso l'Università di Roma la Sapienza. "Il nesso ambiente-felicità è dovuto a vari processi psicologici che si instaurano nella nostra mente e che contribuiscono al benessere nella vita quotidiana anche in relazione ai luoghi dell'abitare". 


Ambiente e felicità - A sostenere che l'ambiente in cui viviamo può giocare un ruolo strategico per il nostro benessere è anche Richard Florida, studioso dell'urbanistica statunitense che nel suo libro "Who's your city" sostiene che la decisione, la scelta del luogo e della città in cui vivere è la scelta più importante della nostra vita. Secondo Florida, la città e più ancora il quartiere scelto ha un impatto molto forte perché determina il tipo di persone che si incontrano e, quindi, la rete sociale che si instaura, lo stile di vita e anche il tipo di lavoro a cui avremo accesso.

Proprio il Cirpa da anni lavora sulla misurabilità degli effetti che l'ambiente può avere sulla vita di ciascuno. "Abbiamo sviluppato degli indicatori di percezione della qualità dell'ambiente residenziale come la densità abitativa,  la forma degli edifici, la volumetria delle costruzioni, il ritmo congestionato o tranquillo del quartiere" spiega Bonnes. 

Fin qui la ricerca, e a leggerne le conslusioni, non si può non pensare a L'Aquila dove convivono due elementi: da un lato un ambiente "rotto", puntellato, ferito che modifica sostanzialemente le nostre percezioni, trasferendo alla nostra interitorità proprio quel senso si precarietà, di "rottura", di incertezza.

Dall'altro l'ambiente però è anche quello sociale, e lì L'Aquila sta tentando di  ritrovare il proprio benessere. Lo stare insieme, il vivere esperienze insieme, gli aquilani lo sanno bene, è ciò che riporta in alto il benessere. Lo hanno dimsotrato gli eventi estivi, dove le piazze, le strade si sono rimpiti di aquilani, che sorridevano.

Le strade vuote, l'assenza di vita, è ciò che abbatte il nostro umore, e L'Aquila questo lo ha vissuto, e lo vive sulla pelle.

La ricerca continua: "Vivere in un contesto gradevole in cui ci siano parchi pubblici e alberi conta molto soprattutto in città dove i ritmi sono molto congestionati perché il verde ha una grande capacità di rigenerazione psicologica dovuta al fatto che abbiamo una base biologica che ci predispone meglio quando siamo a contatto con la natura" aggiunge l'esperta. Fondamentali anche i servizi che rendono la vita più comoda e più piacevole dalla vicinanza alla Asl o al comune, alla presenza di palestre, cinema e teatro." 

E la chiusura della ricerca è emblematica di ciò che si è vissuto in città.

L'attaccamento al quartiere -  Chi per motivi di lavoro o altro è stato costretto a trasferirsi, lo sa bene: cambiare città o a volte anche solo quartiere, può peggiorare il nostro benessere. Accade quando si sviluppa l'attaccamento al quartiere. 

"Attraverso i dati raccolti in questi anni" spiega il direttore del Cirpa "abbiamo potuto dimostrare che questo sentimento esiste perché le persone sviluppano un vero e proprio legame affettivo sia con le case che con i posti in cui vivono. Così come esiste l'identità di luogo, ovvero lo sviluppo delle caratteristiche personali che sono dovute proprio al posto in cui viviamo".  


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