Fermate il massacro in Palestina!

Solo oggi 50 morti, tra cui 12 bambini

05 Gennaio 2009   21:07  

VIDEO - ORE 19.30 - "Non sono in grado di dire se gli israeliani stanno usando armi al fosforo bianco o all’uranio impoverito, ma stanno sicuramente ‘sperimentando’ sulla popolazione di Gaza nuovi ordigni chiamati Dime (Dense inerte metal explosive); si tratta di esplosivi di grande e controllata potenza che causano amputazioni e danni letali per chiunque venga colpito nel raggio di 10 metri”: raggiunto dalla MISNA a Gaza nell’ospedale di Shifa, il principale della città, il professor Mads Gilbert, medico norvegese e membro della organizzazione umanitaria Norwac, parla di persone che vengono portate a pezzi in ospedale, letteralmente tagliate in parti, e di conseguenze di lunga durata sui sopravvissuti. “Su questi strumenti di guerra non ci sono ancora sufficienti ricerche – aggiunge – sappiamo però che chi sopravvive ha molte probabilità di contrarre un tumore ed è comunque destinato ad una vita da disabile”. Le ipotesi di Gilbert, sono formulate sulla base di altre esperienze di guerra, di quella del Libano in particolare dove, nel 2006, gli israeliani vennero accusati di utilizzare proprio esplosivo ‘Dime’ e fosforo bianco come da loro stessi ammesso in seguito. “Non abbiamo un laboratorio dove poter analizzare campioni – aggiunge il medico norvegese – ma parlo a ragion veduta sulla base dei corpi senza vita e dei feriti che continuano ad affollare questo ospedale. Ci sono corpi fatti a pezzi le cui ferite non sono state sicuramente causate da armi convenzionali, ci sono altri corpi che arrivano completamente bruciati, con gli organi interni decomposti”. Una tragedia umanitaria, sottolinea Gilbert, che colpisce indiscriminatamente tutti senza distinzione di sesso, di età, di occupazione: “Gran parte dei feriti che stiamo trattando ha subito gravi amputazioni; tutto quello che sta avvenendo a Gaza va contro ogni regola del diritto internazionale. Sento parlare di guerra ad Hamas, ma i miei occhi vedono solo bombardamenti sistematici contro la popolazione civile anche con armi vietate dalla comunità internazionale”

ORE 15.00 - Un’intera famiglia di sette persone uccisa da un missile che ha centrato una casa in un campo profughi alle porte di Gaza City, tre bambini e la loro madre vittime di una cannonata a Zietoun, quartiere orientale del capoluogo palestinese, ancora due bambini uccisi nel sobborgo di Shati, martellato dai colpi di artiglieria delle navi: sono le ultime notizie che arrivano dalla Striscia di Gaza dove, secondo i responsabili degli ospedali, soltanto oggi sono 12 i civili caduti sotto il fuoco israeliano. Le stime circolate ieri sera indicavano un bilancio provvisorio di 514 vittime e quasi 2500 feriti palestinesi, colpiti nella maggior parte dei casi nelle prime ore dei bombardamenti aerei del 27 dicembre e ieri, seconda giornata dell’invasione di terra delle forze armate di Tel Aviv. Secondo un portavoce militare, questa notte l’aviazione ha attaccato 30 obiettivi. All’offensiva dall’alto si è accompagnata l’avanzata delle forze terrestri soprattutto nel nord della Striscia, dove alla popolazione locale è stato intimato di lasciare le proprie case per non essere coinvolta nei combattimenti. Sui modi e gli sviluppi dell’avanzata di ‘Tsahal’, in realtà, fonti di stampa locali e internazionali continuano a fornire notizie discordanti in più punti. Radio Israele riferisce che in diverse zone della Striscia sono in corso perquisizioni casa per casa nel tentativo di arrestare militanti e dirigenti di Hamas, il partito che governa Gaza dopo aver vinto le ultime elezioni politiche palestinesi. Sempre secondo l’emittente, avanguardie dell’esercito sono penetrate a Gaza City, dove sarebbero in corso scontri a fuoco. Mentre nella Striscia si aggrava la crisi umanitaria, come confermato ieri alla MISNA dal portavoce dell’Unrwa, l’ente dell’Onu che distribuisce aiuti umanitari ai palestinesi, si intensificano i tentativi diplomatici di favorire un cessate-il-fuoco. Oggi il presidente egiziano Hosni Mubarak riceverà a Sharm el Sheikh, nella penisola del Sinai, la troika dell’Unione Europea guidata dall’Alto rappresentante Javier Solana e composta dai ministri degli esteri di Francia, Repubblica Ceca e Svezia. Subito dopo Mubarak incontrerà il capo di stato francese, Nicolas Sarkozy, che andrà poi in Israele e in Cisgiordania. Segnali di disponibilità arrivano intanto da Hamas: Ayman Taba, un alto dirigente del partito, ha annunciato l’invio di una delegazione in Egitto per avviare trattative

APPELLO DI PADRE MANUEL MUSSALAM, PARROCO A GAZA

"A voi, capi politici e militari israeliani,

chiediamo di considerare che insieme ai ‘miliziani’ di Hamas state colpendo, uccidendo e ferendo centinaia di civili palestinesi. Non potete non averlo calcolato. Non potete non sapere che a Gaza non esistono obiettivi da mirare chirurgicamente. Non potete non aver messo in conto che da troppo tempo è la popolazione di Gaza a vivere sotto embargo, senza corrente elettrica, senza cibo, senza medicine, senza possibilità di fuga. Le vostre crudeli operazioni di guerra compiono opera di morte su donne, bambini e uomini che non possono scappare né curarsi e sopravvivere, essendo strapieni gli ospedali e vuoti i forni del pane. Ascoltate i vostri stessi concittadini che operano nelle organizzazioni israeliane per la pace: “Siamo responsabili della disperazione di un popolo sotto assedio. Hamas da settimane aveva dichiarato che sarebbe stato possibile ripristinare la tregua a condizione che Israele riaprisse le frontiere e permettesse agli aiuti umanitari di entrare. Il governo d'Israele ha scelto consapevolmente di ignorare le dichiarazioni di Hamas e ha cinicamente scelto, per fini elettorali, la strada della guerra”.

FERMATEVI SUBITO!

A voi, capi di Hamas,

chiediamo di considerare che i vostri razzi artigianali lanciati verso le cittadine israeliane poste sul confine, sono strumenti ulteriori di distruzione e, per fortuna raramente, di morte, e creano inutilmente paura e tensione tra i civili. Sono una assurda e folle reazione all'oppressione subita, che si presta come alibi per un’aggressione illegale. Se foste più potenti, capi di Hamas, vorreste forse raggiungere i livelli di distruzione dei vostri nemici? E non essendolo, a che scopo creare panico, odio e desiderio di vendetta nei civili israeliani che vivono a fianco alla vostra terra? Quali strategie di desolazione, disumane e inefficaci, state perseguendo?

FERMATEVI SUBITO!

E noi donne e uomini che apparteniamo alla ‘società civile’,

FERMIAMOCI TUTTI!

Sostiamo almeno un minuto accanto a tutti i civili che soffrono. Alle centinaia di ammazzati palestinesi, che per noi non avranno mai nome e volto, come alle due vittime israeliane. Alle centinaia di feriti palestinesi e ai fortunatamente pochi feriti israeliani. A chi ha perso la casa. A chi non può curarsi.

E poi, tutti insieme, alziamo la voce: non è questa la strada che porterà Israele a vivere in pace e sicurezza. Non è questa la strada che porterà i palestinesi a vivere con dignità in uno Stato senza più occupazione militare, libero e sovrano.

I media italiani in questi giorni hanno purtroppo mascherato una folle e premeditata aggressione - e soprattutto l'insopportabile contesto di un assedio da parte di Israele che per mesi ha ridotto alla fame un milione e mezzo di persone - scegliendo accuratamente alcuni termini ed evitandone altri.

La maggior parte dei quotidiani e telegiornali ha affermato che “è stato Hamas a rompere la tregua”. Invece il 19 dicembre è semplicemente scaduta una tregua della durata concordata di sei mesi. L'accordo comprendeva: Il cessate-il-fuoco, la sua estensione nel giro di qualche mese alla Cisgiordania e la fine del blocco di Gaza. Questi impegni non sono stati rispettati da Israele (25 palestinesi uccisi solo dalla firma dell'accordo) e quindi Hamas non l'ha rinnovato. Ancor più precisamente, già ai primi di novembre, Israele aveva rotto la tregua con una serie di attacchi a Gaza uccidendo altri 6 palestinesi.

Aiutiamoci allora a valutare criticamente le analisi spesso falsate dei media per dare maggior forza ad altre voci diventate grida: Solo poche ore fa, proprio a Gaza, il Patriarca di Gerusalemme celebrava la Messa di Natale riprendendo il suo Messaggio natalizio: “Siamo stanchi. La pace è un diritto per tutti. Siamo in apprensione per l'ingiusta chiusura imposta a Gaza e a centinaia di migliaia di innocenti. Siamo riconoscenti a tutti gli uomini di buona volontà che non risparmiano sforzi per spezzare questo blocco.”

La strada intrapresa invece, lastricata di sangue e macerie, condurrà la gente qualsiasi al macello. E i suoi capi alla sconfitta. In primo luogo alla sconfitta umana.


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