Festival Nazionale Teatro di Gioia. Quando l'arte è per la vita

29 Luglio 2009   18:06  

Si è tenuta lo mercoledì 28 luglio la presentazione romana del 9° Festival Nazionale Teatro di Gioia diretto da Dacia Maraini e inaugurato nel 2000 nell’antico borgo abruzzese di Gioia Vecchio. Riuniti nella Sala Pace di Palazzo Valentini, imponente ed elegante struttura situata nel centro storico della Capitale, gli organizzatori dell’atteso evento hanno incontrato pubblico e stampa locale per la promozione di un programma artistico essenzialmente volto alla rinascita morale e materiale dei luoghi andati distrutti nel sisma del 6 aprile scorso.

Organizzata dal Comune di Gioia dei Marsi, dalle Provincie sorelle di Roma e L’Aquila, e dal Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, l’edizione 2009 del Festival è stata pensata infatti con la finalità di costruire, nel territorio aquilano, uno spazio che fosse interamente dedicato “all’incontro di arte e pubblico”. Dal titolo “Gioia per L’Aquila” la rassegna si occuperà di sostituire la caotica comunicazione istituzionale inerente la Ricostruzione, con il linguaggio forte e schietto della scena teatrale,  dove attraverso la finzione ogni verità umana può e deve essere rappresentata, nel rispetto del palcoscenico e del suo rapporto con lo spettatore.

Presenti all’incontro l’insostituibile Dacia Maraini, Direttrice artistica nonché Presidente dell’associazione Teatro di Gioia, il presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, i presidenti del Consiglio Provinciale di Roma e L’Aquila, rispettivamente Giuseppina Maturani e Angelo Raffaele e il giovane sindaco di Gioia dei Marsi, Gianclemente Berardini, più volte espressosi in favore di una Ricostruzione prima di tutto morale del Capoluogo abruzzese colpito dalla tragedia sismica. Un obiettivo perseguito dall’associazione Teatro di Gioia non soltanto tramite il coinvolgimento no profit di protagonisti brillanti del contesto teatrale e televisivo nazionale(Michele Placido, Ascanio Celestini, Moni Ovadia , Alessio Boni, Piera Degli Espositi Paola Cortellesi, Simone Cristicchi e tanti altri ancora…), ma anche attraverso il messaggio -più volte ribadito dalla Maraini- che la cultura non può essere considerata ambito elitario ma bene necessario che “permette all’essere umano di prendere contatto con se stesso, riconoscersi e ritrovare l’amore per la vita”.


LA PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL A PALAZZO VALENTINI

Coordinatrice dell’incontro e prima a prendere la parola Giuseppina Maturani, che fin da subito ha fatto riferimento al grande impegno che la Provincia di Roma ha assunto nella promozione del turismo degli splendidi luoghi compresi nel Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, territori di enorme valore paesaggistico e ambientale da promuovere anche attraverso eventi quali il Festival del Teatro di Gioia, da anni grande attrattiva del piccolo Comune in Provincia dell’Aquila.

A seguire l’intervento di Stefania Pezzopane, incentrato sulla sorellanza delle Provincie di Roma e L’Aquila e sul consolidamento di tale rapporto di collaborazione in seguito al disastro della scorsa primavera, evento che oltre a falcidiare famiglie, case e sogni, ha causato l’arresto di tutte quelle iniziative che annualmente il Capoluogo intraprende allo scopo di promuovere se stesso agli occhi della Nazione e delle realtà estere. “ Si tratta di una collaborazione- ha commentato la Pezzopane- che alla luce del momento drammatico che stiamo vivendo, assume valore nazionale, non più collocata in una semplice azione tra territori. Un rapporto, oggi, ancor più significativo e denso di prospettive per il futuro”.

Dopo aver ringraziato pubblicamente Dacia Maraini per la forte convinzione con la quale promuove e dirige il Festival ogni anno, il Presidente della Provincia aquilana ha parlato della tenacia dimostrata dalla popolazione abruzzese e in particolare degli abitanti del Capoluogo, caratteristica genetica di un popolo che nel momento in cui avrebbe voluto piangere i propri morti si è invece subito ingegnato “per uscire dal dolore e reagire alla sofferenza”.

Un concetto fedelmente ripreso da Angelo Raffaele, che oltre a ricordare l’orgoglio insito nel dna del cittadino abruzzese di fronte alle disgrazie, ha espresso grande speranza nel rapporto di collaborazione che unisce il Capoluogo aquilano alla Provincia romana, un legame che in seguito al sisma si dimostra “rafforzato”, a riprova del fatto che Roma e L’Aquila sono a tutti gli effetti “Provincie sorelle”.
Più volte ringraziato da Stefania Pezzopane, per il mantenimento dell’iniziativa artistica in un anno segnato dal dolore e dalla rinuncia, il sindaco di Gioia dei Marsi, Gianclemente Berardini, si è invece soffermato sulla capacità del Festival di esportare la piccola località aquilana oltre i confini del territorio, e di contribuire ad una ricostruzione morale e culturale del Capoluogo  “in un momento di Babele, di incomprensione, di incapacità di linguaggio delle politica e delle amministrazioni nella gestione delle esigenze della popolazione”.

Ultima ad avere la parola, ma soltanto al fine di ottenere maggiore spazio, la direttrice artistica del Festival Teatro di Gioia, Dacia Maraini, visibilmente provata dal viaggio che l’ha sottratta agli studenti americani per condurla alla presentazione romana della rassegna, dove la nota scrittrice è stata chiamata ad illustrare l’intero programma dell’evento. Profonda e sensibile come sempre, Dacia ha aperto il suo intervento evidenziando come la cultura del teatro sia il punto di riferimento del Comune di Gioia, dal 2000 impegnato nella celebrazione dell’arte teatrale, e quest’anno sintonizzato sulla necessità di una ricostruzione non solo materiale dei luoghi colpiti dalla tragedia, ma anche e soprattutto culturale(non a caso i fondi derivanti dai biglietti venduti verranno investiti nella costruzione di spazi dedicati al teatro e all’istruzione pubblica).

Dopo aver ringraziato gli artisti che hanno accettato di esibirsi per la ricostruzione dell’Aquila, e il  direttore dell’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Vittorio Ducoli (con il quale la scrittrice è coinvolta nella costruzione di biblioteche da campo per gli sfollati), Dacia ha illustrato il programma che dal 6 al 13 di agosto coinvolgerà l’antico borgo di Gioia Vecchio, lo stesso che venne distrutto dal terremoto del 915, e che oggi , nel 2009, si accinge a diventare palcoscenico della solidarietà e della ricostruzione morale delle zone aquilane investite dal sisma.

Tra le tematiche rappresentate negli spettacoli la questione dell’acqua(“I fatti di Fontamara” con Michele Placido), la malattia mentale come ferita della società ancora da indagare e sanare (“Pecora nera” di e con Ascanio Celestini; Concerto live di Simone Cristicchi), la globalizzazione come contaminazione artistica tra popoli e rapporti tra etnie diverse(“Con Parole Mie” Di Moni Ovadia e “Carne rossa carne nera” di Gianni Cascone con Alessio Boni e Marcello Prayer), la società post industriale con le sue trappole e la sua memoria sempre troppo corta(rappresentazione teatrale del “Pinocchio” di Collodi).  

Inserita nella cartella riservata alla stampa invitata all’incontro la poesia “Lo sciame” di Valerio Magrelli, che viene di seguito riportata per intero

Lo sciame
Di Valerio Magrelli


Si dice “sciame di scosse”, come fossero api,
ma api che ci cacciano da casa,
api che fanno un miele amaro amaro,
di dolore, di nausea, di paura.
Ci eravamo accampati sopra il loro alveare,
ecco perché ci cacciano.
Non siamo a casa neanche a casa nostra,
anche la nostra casa è casa d’altri,
la casa di qualcuno arrivato da prima
e che adesso ci caccia.
Vengono a sciami, si riprendono casa,
la loro casa, da cui ci scuotono via,
punendoci per la nostra presunzione:
essere stati tanto fiduciosi
da credere che il mondo si potesse abitare.






(Immagine tratta da Potsy.it)

 

Giovanna Di Carlo


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