Freddato dai suoi rapitori, che avevano il timore di essere riconosciuti.
È morto così Antonio Ciamacco, titolare di una macelleria a Guarenas, 200mila abitanti a 40 chilometri da Caracas in Venezuela.
Emigrato di seconda generazione, aveva le sue origini in Abruzzo, a Sulmona.
Dopo il rapimento, giovedì scorso, i sequestratori si erano messi in contatto con la famiglia.
Inizia la contrattazione per stabilire la cifra del riscatto, ma qualcosa deve essere andato storto, e domenica all'alba, il ritrovamento del cadavere avvolto in un sacco.
A ucciderlo, un colpo di pistola in fronte, secondo i primi risultati dell'autopsia.
Ora la polizia, attivata sin dai primi attimi dopo il rapimento, sta indagando per accertare la reale dinamica dell'incidente ed è sulle tracce di alcuni gruppi organizzati di criminalità locale, tra i quali ci sarebbero gli assassini.
La notizia dell'uccisione ha commosso l'intera comunità dello Stato di Miranda, dove Antonio Ciamacco era stimato e conosciuto per l’impegno nello sport, nella cultura e nel sociale, per le numerose iniziative a scopo benefico.
Immediata, la reazione dei commercianti della zona che ieri hanno promosso una mobilitazione per chiedere maggiori controlli e sicurezza.
Il padre Salvatore, in Venezuela, dove era emigrato dopo la Seconda guerra mondiale, aveva avviato un allevamento e sposato una donna del posto, prima di spegnersi, qualche anno fa.
Ciamacco, negli ultimi due anni, è il quinto abruzzese ucciso tra l'America centrale e quella meridionale.