Fontana Luminosa, la sua storia. Esposito: "Un simbolo della Grande Aquila, e per me è di D'Antino"

30 Ottobre 2013   11:35  

Un monumento di fronte al quale nessun aquilano è mai rimasto indifferente, chi lo considera "niente di che", chi "troppo fascista", chi rivendica che "non è più come l'orginale". Sta di fatto che intorno alla Fontana Luminosa, sarà perché si trova in una rotonda, una delle prime vere dell'Aquila, tutti si esprimono.

Ora la Fontana è ingabbiata, per il grande restauro che la riguarda.

Nessun intervento per danni da terremoto, ma semplicemente un ordinario intervento conservativo che si dovrebbe a tutti i monumenti.

In un convegno all'Ance ieri si è raccontato di più di quel monumento tanto caratteristico nella sua unicità. 

Della Fontana luminosa poi si ricordano aneddeti vari: le mutande dipinte sulle statue, la fontana con un cumolo di neve ghiacciata negli anni delle abbondanti nevicate, le luci colorate che illluminavano l'acqua (da cui "Luminosa") che molti ricordano nei colori della bandiera italiana, molti altri negli ultimi esprimenti con luci verdi, e viola.

Lo storico Amedeo Esposito racconta alla città la storia di quel monumento, che per lui ha un solo padre: lo scultore Nicola D'Antino.

La ristrutturazione, a 75 anni dall'inaugurazione della Fontana luminosa, "monumento della porta della città del XX secolo", sarà il tema dell'incontro pubblico del 29 ottobre alle ore 16,30 Sala Conferenza dell' ANCE in L'Aquila, via Alcide de Gasperi,60, indetto all'Associazione Amici dei Musei dell'Aquila." Sarà ripercorsa la storia del monumento, ideato nel 1932, per la "grande Aquila" di Adelchi Serena; saranno inoltre illustrati gli interventi in corso di ristrutturazione della Fontana, e non mancherà la illustrazione dei contenuti artistici delle statue e dei gruppi marmorei " ha sottolineato il presidente l'ing. Franco Dus dell'Associazione Amici dei Musei.

"Sapere che la Fontana viene ripresentata, in particolare per il raduno degli alpini nel 2015 ci ha portato a volerla raccontare - ha detto Franco Dus- Abbiamo scelto Amedeo Esposito per farlo, con lui anche D'Alò progettista dei lavori, ed Enrico Sconci".

"Nel 1932 -racconta Amedeo Esposito- ci fu un concorso per realizzare la statua che fu vinto da Nicola D'Antino che feve la statua per la grande Aquila di Adelchi serena, che si divide in cinque aree: il centro doveva essere Piazza della Jenca, poi del Littorio, e oggi Piazza Battaglione Alpini.

Fu Biagio Tempesta a ridare dignità alla Fontana Luminosa, questo nome in realtà arriva solo nel 2000 per decisione della Sovrintendenza che chiarì poi che Dantino aveva fatto solo lo statue, in realtà il progetto era di Berardino Valentino. Ho delle riserve, anche se le decisioni della Sovrintendenza si rispettano. Fu il vice potestà Centi Colella che uscendo dalla stazione ferroviaria di Prato vide una fontana lumonisa, e la volle qui: all'inizio fu solo azzurra, poi dei colori della bandiera".

Dunque un giallo di paternità, secondo Esposito che spiega anche chi sono le due donne.

"Sono due sorelle, si dice, aquilane e D'Antino prese da loro le sembianze. Sono di 5 metri, che tengono la conca".

 

Al nostro microfono:
Franco Dus, Presidente Associazione Amici Dei Musei e dei Beni Ambientali
Amedeo Esposito, storico e giornalista

 

 

di Barbara Bologna
montaggio di Marialaura Carducci


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