Frodi per 25 milioni evasi al fisco, 4 arresti e 15 denunce

01 Luglio 2008   12:09  
Teramo. Quattro arresti e 15 denunce per frode fiscale. Un'evasione pari a 25 milioni di euro, false fatture per 10 milioni di euro, 2 milioni di imposta sul valore aggiunto e 2.280.000 euro di indebiti rimborsi Iva. L'operazione "Credit closed" della Guardia di Finanza di Giulianova e di Teramo si e' conclusa questa mattina, quando sono scattate le 4 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Teramo, Antonella Di Carlo, per i reati fiscali previsti e puniti dal D.Lgs 74/2000. Le indagini della Gdf hanno portato all'individuazione di 15 società, operanti nel settore immobiliare e nella vendita di materiale di pulizia ed igiene, tutte amministrate da soggetti prestanome e nulla tenenti, che hanno eseguito simulate cessioni immobiliari, regolarmente rogate. Le simulazioni erano finalizzate alla creazione di indebiti crediti Iva, che venivano poi utilizzati ai fini evasivi, e a danno dei creditori sociali. Tra i soggetti destinatari delle misure cautelari spicca la posizione del nulla tenente D.B.B., ritenuto l'amministratore di fatto delle società. Nel corso dell'attività investigativa la Procura della Repubblica presso il tribunale di Teramo, ha inoltre disposto il sequestro delle polizze fideiussorie stipulate dalle società che avevano richiesto i rimborsi Iva, consentendo all'agenzia delle entrate di recuperare parte di quanto indebitamente percepito dalle società. L'indagine era partita dall'esame di alcune fatture sospette rinvenute presso una delle 6 società perquisite nell'ambito di un'indagine precedente della Gdf di Giulianova, coordinata dalla Procura della Repubblica di Teramo. Già nel mese di luglio 2007 infatti, furono sequestrate a Tortoreto (Te) 32 unità abitative, per un valore di circa 5 milioni di Euro, e vennero eseguite 4 ordinanze di custodia cautelare per l'emissione di atti finalizzati alla dismissione del patrimonio sociale ed immobiliare nelle fasi precedenti al fallimento delle società portando le stesse verso lo stato di decozione. L'inchiesta si è poi allargata ad altre società che, pur avendo la propria sede legale nel Lazio, nelle Marche e in Piemonte, di fatto operavano nell'interland teramano attraverso un collaudato sistema di fatturazioni false relative a simulate compravendite immobiliari.

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