Fugge dai domiciliari, 20enne trovato e arrestato a casa della fidanzata

19 Settembre 2024   17:46  

Il giovane ha tagliato il braccialetto elettronico ed è evaso dopo una rapina. La polizia lo ha rintracciato dopo ricerche durate mezza giornata. Ora è nel carcere di Teramo in attesa di ulteriori provvedimenti giudiziari.

Un ragazzo di 20 anni è stato arrestato dalla polizia a Bellante per evasione dagli arresti domiciliari. Il giovane, che era sottoposto a sorveglianza tramite braccialetto elettronico, è stato protagonista di una breve fuga di mezza giornata prima di essere rintracciato dagli agenti. Quando la polizia si è recata presso la sua abitazione, ha trovato il braccialetto elettronico tagliato, segno evidente dell'evasione appena compiuta. Le ricerche sono partite immediatamente e si sono concluse presso l’abitazione della sua fidanzata, dove il 20enne è stato trovato e arrestato.

Il giovane era ai domiciliari dal 10 agosto, quando era stato fermato dalla squadra mobile di Teramo con l’accusa di aver commesso una rapina in compagnia di un complice. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due si erano introdotti nell'abitazione di una persona conosciuta da uno di loro e avevano aggredito il proprietario. La vittima era stata colpita con violenza: prima con calci e pugni, poi con un bastone alla testa e infine con un coltello alla schiena. Un'aggressione brutale, che si era conclusa con il furto di pochi euro contenuti in un borsello, un telefono cellulare e le chiavi di casa.

Dopo l'arresto iniziale per la rapina, il giovane era stato posto agli arresti domiciliari con l'obbligo del braccialetto elettronico. Tuttavia, la misura cautelare non è bastata a contenerlo: ha deciso di tagliare il dispositivo e tentare la fuga. Gli agenti della polizia hanno subito attivato le ricerche, che si sono concentrate sugli ambienti familiari e relazionali del 20enne. Alla fine, la scelta di rifugiarsi a casa della fidanzata è risultata fatale per il giovane, poiché è lì che la squadra mobile lo ha scovato.

L'arresto, eseguito dalla polizia, ha posto fine alla breve evasione del 20enne, ora rinchiuso nel carcere di Teramo. Le autorità stanno valutando ulteriori provvedimenti per il ragazzo, che già si trovava in attesa di processo per la rapina. La vicenda mette in luce la pericolosità del giovane e il rischio rappresentato da una gestione più permissiva delle misure di custodia cautelare, soprattutto quando si tratta di reati gravi come le aggressioni violente.

Il caso è solo l'ultimo di una serie di episodi che vedono giovani protagonisti di atti criminali particolarmente violenti. La brutalità con cui è stata condotta la rapina del 10 agosto lascia pochi dubbi sulla gravità del reato, aggravata ulteriormente dall'evasione. La decisione di fuggire dai domiciliari dimostra una chiara volontà di eludere le misure di controllo imposte dalla giustizia. La sua cattura in tempi rapidi è stata possibile grazie all'efficienza delle forze dell'ordine, che hanno saputo individuare e monitorare i possibili rifugi del fuggitivo.

La vicenda ha destato preoccupazione nella comunità di Bellante e dintorni, dove il tema della sicurezza torna al centro del dibattito. La presenza di criminali così giovani coinvolti in reati gravi solleva interrogativi sulla necessità di misure più stringenti e sulla capacità delle attuali forme di sorveglianza, come i braccialetti elettronici, di garantire un reale controllo su soggetti potenzialmente pericolosi.

Intanto, il 20enne si trova ora in carcere, in attesa delle prossime fasi del procedimento giudiziario. Dovrà rispondere non solo dell'accusa di rapina, ma anche del reato di evasione, che potrebbe aggravare ulteriormente la sua posizione. La sua vicenda è un esempio di come le azioni impulsive e violente possano avere conseguenze gravi e durature, oltre a mettere in discussione le misure di sicurezza adottate nei confronti di persone accusate di reati così seri.


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