G20. Dalla crisi economica un nuovo ordine mondiale

Il summit e la gioventù verde

04 Aprile 2009   09:51  
 "Per la prima volta si sono assunte decisioni collettive, non solo impegni di coordinamento". E'quanto affermato ieri sera dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a margine della Giornata del Bosco a Castelporziano, riferendosi in special modo al finanziamento del Fondo monetario internazionale, una "misura importante" secondo il Capo dello Stato, simbolo di un governo mondiale che sta finalmente prendendo contatto con i problemi reali della gente.  Le misure intraprese nell'ambito del summit rappresentano in effetti un modo nuovo di concepire il sistema socioeconomico globale.

Secondo il premier britannico Gordon Brown, dalla crisi economica starebbe nascendo un "nuovo governo mondiale". Le "risorse aggiuntive" attinte dalle casse dei vari Stati presenti al G20 per il Fondo Monetario Internazionale e le altre principali Istituzioni finanziarie, raggiungono i 1.000 miliardi di euro. A tal proposito, Paesi che avevano in passato mostrato atteggiamenti di parziale chiusura rispetto agli accordi internazionali questa volta si sono mostrati aperti e collaborativi: Cina e Giappone, hanno rispettivamente versato 40 e 100 miliardi di dollari,  seguiti dall' Ue che ne ha stanziati ulteriori 100.

Altre iniziative intraprese nel corso della giornata londinese sono: la stesura di una lista nera dei paradisi fiscali (anche al al fine di regolamentare adeguatamente gli Hedge Fund), la decisione di non assegnare più bonus ai manager responsabili di fallimenti e crack finanziari, l'istituzione di un sostegno fiscale di circa 5 mila miliardi di dollari da stanziare entro la fine del 2010 e un aiuto di 50 miliardi di dollari in favore dei Paesi in via di sviluppo.

I MANIFESTANTI E LE VIOLENZE

La giornata più dura è stata quella del primo aprile. La rabbia di alcuni manifestanti ha infranto le vetrine della Royal Bank Of Scotland, uno degli istituti di credito più antichi del Regno Unito, per molti il simbolo della crisi economica e delle vergognose ingiustizie sociali che i lavoratori inglesi hanno dovuto e devono affrontare: il responsabile dello schianto finanziario subito dalla banca- salvata grazie ai trilioni versati dai contribuenti- si chiama Fred Goodwin. Le sue dimissioni sono state accompagnate da 16 milioni di sterline, denaro pubblico. Proprio mentre milioni di individui affranti e arrabbiati perdevano il proprio posto di lavoro.

La polizia ha scelto di reprimere questa rabbia con la violenza. Al centro di roventi polemiche, il cordone utilizzato dalle Forze dell'ordine britanniche ha causato non pochi guai: i manifestanti sono stati sequestrati all'interno della zona imposta dagli agenti antisommossa. Ore ed ore in piedi di fronte alla banca d'Inghilterra, senza poter andare in bagno, sgranchirsi le gambe, andare a bere qualcosa. Nel tardo pomeriggio un uomo di 42 anni è morto per infarto.
Segue video sullo scontro tra polizia e manifestanti di fronte al noto istituto di credito inglese.


 
Nonostante le violenze, i feriti, e il tragico decesso sul quale è stata aperta un'inchiesta, gli scontri hanno riguardato soltanto una piccola minoranza dei manifestanti. Pochi isolati distante, il coloratissimo Climate camp ha invece attirato e coinvolto le simpatie di bobbies, opinione pubblica e comuni passanti, in un sit in tra i più riusciti della storia europea.   

CLIMATE CAMP. GLI EREDI DI SEATTLE

Nonostante il plauso generale -per alcuni prematuro- ricevuto dai grandi della Terra presenti all'incontro, i veri protagonisti del G20 londinese sono stati i giovani del Climate camp, il campeggio climatico. Accorsi a migliaia nelle strade della City hanno espresso a gran voce il proprio credo: energia pulita, trasparenza nel mercato del lavoro e rispetto dei diritti umani sono state le tre istanze maggiormente espresse dalle nuove generazioni. E' la gioventù verde, quella che se ne infischia dello status e va a lavoro in bicicletta, quella che grida più rispetto per gli animali e la Natura, quella che non crede nell'ideologia politica ma nella capacità individuale di evolversi e migliorare il mondo, quella che non ha religione ma che fa meditazione ogni mattina e gira il mondo alla ricerca di risposte, quella che sceglie il lavoro adatto invece di quello sicuro,  quella che ama stare al mondo senza per questo doverlo distruggere.

Non sono la maggioranza ma stanno raggiungendo la massa critica. Sono gli eredi di Seattle e insieme formano un'arma potentissima: non violenti e meno emotivi di chi li ha preceduti fanno i conti in tasca ai politici, s'informano, decidono e si accordano tramite la rete, poi vanno a manifestare con tanto di documenti, registri, esperti di immagine e comunicazione mediatica per colpire dritti al cuore dell'opinione pubblica. Non amano la politica ma il loro impegno è giornaliero: dalla raccolta differenziata all'adozione di un cane a tre zampe, dalla donazione del sangue al volontariato nel tempo libero, dalle manifestazioni cittadine ai viaggi spirituali: consapevoli e astuti non si fanno etichettare, ma continuano a spingere per un mondo più pulito e solidale, scevro dalle ideologie e rispettoso delle differenze.

Segue video sul pacifico Climate camp 2009 a Londra



 

Alla Vigilia del G20 si sono accampati nel centro commerciale e finanziario della capitale britannica. "I giganti del mercato speculano sulle nostre case, il nostro lavoro, i nostri soldi -afferma una dei manifesti digitali del movimento- Ora speculano sul nostro clima e sul futuro della Terra...". Attraverso un complesso sistema di licenze e permessi le imprese di combustibili fossili continuano ad emettere sostanze nocive, aumentando il livello di surriscaldamento globale e minando il futuro delle nuove generazioni. Il governo inglese ha da poco consentito la costruzione di una terza pista di atterraggio a Heathrow e di una nuova centrale elettrica alimentata a carbone a Kingsnorth, assicurando ai cittadini preoccupati della propria salute che i nuovi programmi di "carbon trading" saranno in grado di vanificare gran parte delle emissioni inquinanti.

Alle 12.00 del primo Aprile una folla colorata di ragazze e ragazzi si è accampata con tende pop up, sacchi a pelo, turbine a vento e cinema-mobile di fronte all'European Climate Exchange on Bishopsgate, la sede del commercio di emissioni di carbonio. Orchestre, altoparlanti, ristoranti organici e toilettes ecologiche hanno paralizzato per oltre 24 ore il cuore finanziario di Londra. Accademici, esperti di comunicazione e legal observers hanno dato il loro contributo al campeggio climatico londinese, organizzando un sit in ironico e pacifico, particolarmente sentito anche dalla pubblica opinione sempre più interessata ai temi dell'ambientalismo e del risparmio energetico. Memori degli errori commessi dai fratelli maggiori di Seattle nel 99, hanno combattuto la loro battaglia senza spargimenti di sangue, nell’autentica e ironica veste di chi sa che è il tempo il vero padrone del mondo.



gdc

 

 


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