GIOCO ED ERARIO: UNA NUOVA SCOMMESSA PER RILANCIARE LO SPORT MA CHE RISCHIA DI AFFOSSARE IL SETTORE

20 Maggio 2020   09:52  

Uno degli argomenti al vaglio e di possibile introduzione nel prossimo “Decreto rilancio” approvato in questo momento e che finirà in Gazzetta Ufficiale nelle prossime ore riguarda l’introduzione di una nuova tassazione sulle scommesse finalizzata al rilancio del settore sportivo. 

 

La notizia ha infiammato gli animi creando scontento nel comparto di riferimento delle scommesse, si sono infatti dette contrarie al contributo Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Fipe-Confcommercio e Confesercenti.

A questo proposito, le realtà coinvolte hanno dichiarato che "se non verrà ritirata (la proposta, n.dr) la filiera potrebbe non fare più ricorso alle concessioni italiane e ricercare altre opportunità all’estero". 

Secondo il PD un’alternativa potrebbe essere quella di "aprire un tavolo con il mondo dello sport e quello delle scommesse per mettere a punto forme di partnership condivise". E quindi contenere i danni creando di concerto nuove regole.

Intanto, sempre le associazioni di Confindustria, Confcommercio e Confesercenti sottolineano che “l’ipotizzato contributo dello 0,75% sulla raccolta dalle scommesse, applicato solo su aziende che operano Italia, determinerebbe un incremento stimabile nel 30% circa dell’attuale tassazione, costringendo gli operatori a scelte drastiche, con immediate ripercussioni negative sull’occupazione”. Secondo il CEO del casino online Betnero, questo significherebbe che gli operatori potrebbero scegliere, a causa della pressione fiscale, di non fare più ricorso alle concessioni italiane per la raccolta delle scommesse, iniziando a cercare altre opportunità all’estero. 

Inoltre, il timore, sempre per le associazioni, è che “vengano abbandonati i consumatori in mano all’illegalità e che decine di migliaia di persone possano perdere il lavoro”.

Ma vediamo come funzionerebbe e quali sarebbero le ricadute in termini di pressione fiscale sui giocatori. In questo caso a fare luce è Agimeg, l’agenzia stampa di settore chiarendo che: le vincite derivanti dalle scommesse online non vengono tassate, in quanto esiste una tassazione alla fonte. In questo caso, infatti, sono i bookmakers che si occupano delle tasse da pagare e non i giocatori. 

Per quanto riguarda le altre tipologie di vincite, esistono diversi livelli di tassazione. Enalotto e Gratta e Vinci, ad esempio, hanno una tassazione del 12% per vincite maggiori di 500€, mentre parlando della solita somma, il gioco del Lotto prevede che le tasse da pagare siano leggermente inferiori, con l'8% su tutte le vincite a partire dai 500€.

Attendiamo che in queste ore il Decreto acquisisca piena titolarità con la pubblicazione sulla Gazzetta e vediamo l’evolversi della questione.

 

 


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