Gamba amputata per operazione sbagliata. Asl Pescara condannata a maxi risarcimento

23 Giugno 2012   11:27  

La Asl di Pescara è stata condannata a risarcire una donna alla quale, a causa di una diagnosi fatta in ritardo, è stata amputata una gamba andata in cancrena dopo una operazione.

I fatti risalgono al 1996. Una 67enne si rivolge al reparto di Ortopedia il 10 aprile per una frattura al femore dopo una caduta in casa. Viene operata, l’intervento che sembra andato per il verso giusto riserva un'amara sorpresa, con la gamba che va in cancrena e per la quale diventa necessaria l'amputazione.

La donna oggi non c'è più, è morta, per altre caude, nel 2004. Ma la giustizia, che in Italia come si sa ha i suoi tempi, ha fatto il suo corso e sedici anni dopo la Corte d'Appello, ribaltando la sentenza di primo grado, ha stabilito che l'azienda sanitaria deve risarcire i due eredi. A sborsare i soldi, oltre alla Asl di Pescara, anche l’ex primario di Ortopedia, Emilio Manes.

"È palese l’errore dei sanitari dell’ospedale" scrive il giudice Luigi D’Orazio.

La battaglia, comunque, non è finita. La Asl si è detta pronta a rivolgersi alla Corte di cassazione. E, intanto, chiederà la sospensiva della sentenza per non pagare i danni. Una cifra che potrebbe essere superiore ai 350 mila euro stabiliti dal giudice, visto che il risarcimento va calcolato secondo gli indici Istat di 16 anni fa e dal 1996 cominciano a decorrere gli interessi e la rivaluzione monetaria. 


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