Gas a Bomba verso lo stop, idrocarburi in Consiglio?

14 Maggio 2010   12:29  

Lo stop definitivo al progetto di impianto a gas nel lago di Bomba potrebbe venire dal Piano regionale per la tutela della qualità dell'aria approvato dal Consiglio regionale nel settembre del 2007.

A sostenerlo il consigliere regionale del Partito Democratico, Franco Caramanico, assessore all'ambiente ai tempi della formulazione e della successiva adozione del suddetto Piano.

"Stando infatti alle norme contenute nel Piano - spiega Caramanico - è fatto divieto di insediamento alle nuove attività industriali che emettono emissioni in atmosfera nelle aree esterne alle aree industriali.
Dunque, stando quindi a quella che è una norma adottata dalla nostra Regione, il progetto della società americana Forest Oil corporation - che interessa direttamente l'area di Bomba e prevede lo sviluppo del campo gas Monte Pallano, tramite la perforazione e la messa in produzione di cinque pozzi e la realizzazione di un Impianto per il Trattamento del gas estratto - non avrebbe alcuna ragione per essere preso in considerazione.
Mi auguro dunque che la questione si risolva in breve tempo alla luce di questi impedimenti oggettivi che i tecnici della Regione Abruzzo non possono certo dimenticare".


La rete di associazioni Emergenzambiente chiede intanto un Consiglio regionale straordinario sugli drocarburi in Abruzzo.  A seguire la missiva


Oggetto: Idrocarburi Abruzzo. Richiesta Consiglio Regionale Straordinario

Gentili Consiglieri,

EmergenzaAmbienteAbruzzo, è rete regionale di associazioni, comitati e singoli cittadini
che da circa tre anni si occupa dei temi ambientali che interessano il territorio regionale,
formula alla Vostra attenzione la richiesta di un Consiglio Regionale straordinario
sulla "vicenda idrocarburi" che sempre più caratterizza il dibattito pubblico.
L'Abruzzo rischia di mutare profondamente la sua immagine e da regione dei parchi si sta
trasformando in regione degli idrocarburi.
Circa la metà del territorio abruzzese, oltre 5.300 kmq, è interessata da attività inerenti la
ricerca, l'estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi: 221 sono i comuni coinvolti ed oltre 1
milione i cittadini residenti interessati.
Ancora più preoccupante risulta essere la situazione a mare: oltre 6.300 sono i kmq distribuiti
lungo l'intera area costiera.
La questione, come sostenuto da tempo, pone l'Abruzzo d'innanzi ad una scelta cruciale
che difficilmente potrà far coesistere le ragioni del petrolio con le ragioni di oltre mezzo
secolo di economia consolidata fatta anche di agricoltura e turismo, vere vocazioni di questa
regione. Scelte strategiche queste che, da tempo condivise, hanno destinato importanti
territori a parchi, puntato sullo sviluppo dell'agricoltura e dei suoi prodotti, valorizzato il
turismo costiero e montano e creato nel mondo il marchio di un Abruzzo a garanzia di
genuinità e di rispetto del territorio e delle sue diversità.
EmergenzaAmbienteAbruzzo ritiene pertanto, indispensabile che la Regione
contribuisca, al di là delle disposizioni di legge, al dibattito in corso anche mediante
l'adozione di una risoluzione politica forte ed inequivocabile che ribadisca al mondo
dell'industria petrolifera le ragioni delle scelte fin qui effettuate a garanzia di un
futuro sostenibile per l'Abruzzo e per gli abruzzesi.
In attesa di riscontro EmergenzaAmbienteAbruzzo resta a disposizione per qualsiasi
chiarimento. Cordiali Saluti.

 


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