Gioco online: si muove la corte di Giustizia Europea sul libero mercato

06 Luglio 2017   16:34  

La libera prestazione di servizi, leggasi la libertà di impresa, fa piacere che non sia invocata solo dagli operatori italiani, ma viene “richiamata” anche quando si parla della normativa ungherese sul gioco online e sulle slot nuove gratis. La Corte di Giustizia Europea dichiara, così, che la normativa nazionale ungherese - che vieta l'organizzazione di giochi d'azzardo in assenza di una autorizzazione rilasciata dalle autorità amministrative - costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi.

Accade che questo lo si legga nelle sentenze relative al caso Unibet International, società maltese con attività nella organizzazione di giochi d'azzardo online, ma titolare di autorizzazioni rilasciate da diversi Stati Membri della Ue. Nel 2014 le Autorità Ungheresi hanno constatato che Unibet forniva sui siti internet, in lingua ungherese, alcuni servizi di gioco d'azzardo, benché non fosse in possesso dell'autorizzazione necessaria per l'esercizio di questa attività in Ungheria. 

La reazione delle Autorità Ungheresi non si è fatta attendere: da un lato il 25 giugno 2014 hanno imposto ad Unibet il blocco temporaneo dell'accesso dall'Ungheria a questi siti, mentre dall'altro -il successivo 29 agosto 2014- hanno inflitto un'ammenda importante a quella società. Naturalmente, Unibet ha presentato dinanzi al Tribunale Amministrativo e del Lavoro di Budapest un ricorso per l'annullamento delle due decisioni, facendo presente che la normativa ungherese sulla cui base erano state adottate tali decisioni, era in netto contrasto con il principio della libera prestazione dei servizi.

Secondo il parere di Unibet risulta vero che per i periodi in discussione gli operatori con sede in altri Stati membri avrebbero potuto ottenere in Ungheria la concessione di una autorizzazione per i giochi d'azzardo online, ma gli stessi si trovano praticamente nell'impossibilità di procurarsi tali autorizzazioni poiché da parte degli organi competenti non è stata indetta alcuna gara pubblica ai fini della conclusione di contratti di concessione che abbiano come obbiettivo quello di ottenere la necessaria autorizzazione.

Unibet continua a precisare che l'Ungheria ha escluso la ricorrente dalla possibilità prevista dal diritto ungherese di stipulare tali contratti nella qualità di operatore di giochi d'azzardo ”di comprovata affidabilità”. In quel contesto, quindi, il giudice ungherese chiede alla Corte di Giustizia se la normativa ungherese sia compatibile con il principio della libera prestazione di servizi.

Secondo la Corte di Giustizia che gli operatori di giochi d'azzardo “di comprovata affidabilità” devono aver esercitato, per almeno un decennio, una attività di organizzazione di giochi d'azzardo in Ungheria costituisce una disparità di trattamento in quanto, certamente, non favorisce gli operatori di gioco d'azzardo aventi sedi in altri Stati Membri rispetto agli operatori nazionali che possono in modo più agevole soddisfare questa condizione.

La Corte di Giustizia, infine, dichiara che la normativa in discussione sia assolutamente discriminatoria e contraria al principio della libera prestazione di servizi: afferma che l'obbligo per le imprese che chiedano di ottenere lo status di operatori di giochi  d'azzardo di “comprovata affidabilità” di aver esercitato per tre anni in uno Stato membro un'attività di organizzazione di giochi d'azzardo, non genera vantaggi a favore degli operatori con sede nello Stato membro ospitante e potrebbe, di conseguenza, essere giustificata da un obbiettivo di interesse generale, come la tutela dei giocatori o dell’ordine pubblico. 


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