Giorgio De Marchis, narratore dell'arte contemporanea

Si è spento a 78 anni

03 Gennaio 2009   10:48  

Si e' spento la scorsa notte a Roma all'eta' di 78 anni Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre. Insigne studioso d'arte, De Marchis era nato a L'Aquila il 9 luglio 1930. Scrittore, saggista e giornalista e' noto per i suoi studi sull'arte italiana degli anni sessanta settanta, in questo stesso periodo ha lavorato per l'Espresso ed e' stato poi per ben 18 anni in Giappone dove ha diretto l'Istituto Italiano di Cultura. Soprintendente Emerito della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, Giorgio de Marchis nell'ultimo periodo era spesso a L'Aquila dove presiedeva l'omonima Fondazione che conserva documenti per l'arte contemporanea.

La cerimonia funebre si svolgera' a L'Aquila oggi  alle ore 15 presso la chiesa di San Marco. 

Tra i suoi numerosi scritti si ricordano monografie su Ettore Colla (1971), Giulio Turcato (1971) e Giacomo Balla (1977). E poi "Album di viaggio in quarant'anni di arte italiana", che tocca una serie di punti che nella loro successione costituiscono un itinerario, un percorso storico e critico. A uno sguardo retrospettivo questi quattro decenni appaiono nettamente spaccati in due, ma la distribuzione delle tappe decisa dall'autore non è costante nel tempo e nemmeno nella produzione di ogni artista, anzi, è densa in alcuni momenti, sporadica in altri: proprio come capita ai viaggiatori, che si fermano in base alla loro esperienza, ai loro interessi, alle loro scelte. E ancora "Futurismo da ripensare" ovvero:  "fili metallici, di cotone, lana, seta, d'ogni spessore, colorati. Vetri colorati, carteveline, celluloidi, reti metalliche, trasparenti d'ogni genere, coloratissimi, tessuti, specchi, lamine metalliche, stagnole colorate, e tutte le sostanze sgargiantissime. Congegni meccanici, elettrotecnici; musicali e rumoristi; liquidi chimicamente luminosi di colorazione viariabile; molle; leve; tubi"

Dagli anni Novanta, de Marchis si è occupato di temi classici, storia dell’arte e storia della cultura con "Il poeta, il ragazzo e la ragazza" (1994), «Dell’abitare» (1998) e, nel 2002, "Il pittore, l’umanista e il cagnolino", in cui con leggerezza Giorgio de Marchis propone una visione ravvicinata del cosiddetto San Girolamo nel suo studio di Vittore Carpaccio, custodito nella scuola di San Giorgio a Venezia. Attraverso l'analisi di ogni oggetto che compare nel quadro emergono numerose novità: dalla vera iconografia del dipinto all'identità dei due personaggi, il Dottore della Chiesa e il cagnolino.


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