Giornalismo: I riconoscimenti del Premio ''Antonio Russo''

Premiato tra gli altri Giustino Parisse di Onna

18 Ottobre 2009   09:46  

Si è conclusa la celebrazione del premio nazionale per Reportage di guerra "Antonio Russo".

I premiati sono stati:

sezione fotografia: Francesco Cito (free lance);

sezione Internet: Francesco De Leo (www.ilvicinoriente.it);

sezione Radio: Emanuele Giordana (Radio3 Mondo);

Premio speciale Italo Toni (Agenzia "Notizie") e Graziella De Palo (Paese sera e L'Astrolabio);

sezione carta stampata: Pino Buongiorno (Panorama) e Guido Rampoldi (La Repubblica);

premio speciale alla Testata: Il Centro e Giustino Parisse (Il Centro);

sezione televisiva: Duilio Giammaria (Tg1).

"Se la vita di un cronista puo' mai essere tranquilla, quella di Giustino Parisse, vice caporedattore del Centro, lo e' stata sino al 6 aprile di quest'anno. Quella notte Giustino perse a Onna i figli, Domenico e Mara Paola.

Da allora le sue cronache sono diventate la voce di tanti che come lui hanno perso cio' che avevano di piu' caro, sino a temere di perdere se stessi e la voglia di continuare. La sua scrittura ferma e sobria, ma mai impersonale, e' diventata un modo di lenire il dolore, proprio e altrui, e la scorsa estate le sue cronache sono state raccolte in un libro dal titolo "Com'era bella la mia Onna".

Questa la motivazione con cui e' stato premiato il giornalista Giustino Parisse, all'interno del Premio giornalistico nazionale sui Reportage di guerra "Antonio Russo", insieme al quotidiano "Il Centro", testata che ha ricevuto il premio speciale della testata per aver raccontanto "con difficile equilibrio, attento a non sposare tesi preconcette o pregiudizi" il terremoto.

Visibilmente commosso, Giustino Parisse ha definito il suo giornale "una seconda famiglia" che l'ha sostenuto e gli ha permesso di "restare nella realta'" durante gli attimi del terremoto. "Il direttore - ha detto Parisse - prima era un 'direttore', adesso e' un amico".

E su Antonio Russo ha concluso: "non lo conoscevo ma sono un fedele ascoltatore di Radio Radicale e per anni mi sono svegliato con i racconti di Antonio Russo, perche' i suoi servizi erano un racconto. Quando e' morto ho sentito di aver perso anche un amico".


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