Giornalisti condannati ad un anno di carcere per diffamazione, la preoccupazione dei colleghi

La querela diviene strumento d'offesa e non più di difesa

13 Maggio 2011   21:57  

Anche Abruzzo24ore.tv è solidale con i colleghi de "il Centro" condannati a un anno di carcere per aver perso una causa di diffamazione al primo grado di giudizio.

Sempre più spesso, non volendoci addentrare nel caso perchè non competenti e perchè i condannati hanno già affermato di ricorrere in appello, si utilizza il metodo della querela per bloccare notizie non gradite.

La minaccia di ritorsioni di ogni tipo è sempre più frequente in tutte le redazioni, la nostra compresa.

Ci si chiede tutti i giorni di fare il nostro lavoro "senza se e senza ma" e spesso chi lo fa poi non è adeguamente tutelato da Leggi carenti e superate.

 

FNSI, SORPRESI DA SENTENZA CHIETI, CONDANNA PER DIFFAMAZIONE A UN ANNO CARCERE SENZA CONDIZIONALE

"Sorprende non poco e, anzi per certi versi sconvolge, la sentenza del tribunale di Chieti che ha condannato a un anno di carcere senza condizionale due giornalisti, Walter Nerone e il collaboratore Claudio Lattanzio, e a otto mesi un ex direttore del giornale 'Il Centro' di Pescara, Luigi Vicinanza, in una causa per diffamazione a mezzo stampa". Lo dice la Federazione nazionale della stampa.

"Al di là del merito delle contestazioni poste a carico dei giornalisti, dopo una querela per diffamazione fatta dal sindaco di Sulmona dell'epoca per alcuni articoli pubblicati nel 2007 dal quotidiano, appare incredibile - spiega la Fnsi - una condanna senza condizionale, che se confermata nei successivi gradi di giudizio, implicherebbe lo sconto della pena in carcere.

L'augurio è che i colleghi possano in appello portare valide ragioni di difesa nel merito e soprattutto che sia rivista la qualità della pena che, nel caso di conferma, sarebbe un precedente pesante per qualsiasi giornalista". La Federazione della Stampa esprime perciò "preoccupazione, pur nel rispetto pieno e nella fiducia del lavoro dei giudici che può dirsi veramente completo al termine di tutti i gradi di giudizio, ricordando che quello della diffamazione a mezzo stampa è un reato che richiede da tempo importanti correzioni legislative.

Il sindacato dei giornalisti infatti sta aprendo sportelli di tutela per le querele nei confronti dei giornalisti ritenendo, tra l'altro, che il reato di diffamazione a mezzo stampa debba essere rubricato come colposo e non doloso. Troppo spesso, inoltre, l'arma della querela - al di là dei casi che effettivamente comportano un processo e il pronunciamento dei giudici - viene utilizzata per tentare di fermare flussi di notizie di interesse pubblico.

Nel caso specifico dei colleghi ora condannati in primo grado, l'auspicio - conclude la Fnsi - é che la giustizia completi il suo corso con serenità e che, comunque, i colleghi non subiscano la punizione del carcere".

 

ASSOSTAMPA, CONDANNA CHIETI INUSUALMENTE PESANTE

Il Sindacato dei Giornalisti Abruzzesi, intervenendo in merito alla condanna ad un anno di carcere senza condizionale di due giornalisti, Walter Nerone e il collaboratore Claudio Lattanzio, e a otto mesi dell'ex direttore del quotidiano "il Centro", Luigi Vicinanza, in una causa per diffamazione a mezzo stampa, "esprime la più completa solidarietà ai colleghi" e parla di di "una condanna inusualmente pesante dal Tribunale di Chieti".

"Il sindacato - si legge in una nota - non entra nel merito dei meccanismi del processo, ma esprime preoccupazione. La vicenda ancora una volta ci riporta alla questione della difesa professionale. Non si può tacere di fronte a questo caso che, al di là delle possibili responsabilità dei singoli allarma e coinvolge l'intera categoria dei giornalisti che operano in Abruzzo".

 

UNCI ABRUZZO, PREOCCUPA SENTENZA CHIETI

L'Unione Nazionale Cronisti Italiani (Unci) Abruzzo, intervenendo in merito alla sentenza del Tribunale di Chieti che ha condannato ad un anno di carcere e senza condizionale due giornalisti, Walter Nerone e il collaboratore Claudio Lattanzio, e a otto mesi l'ex direttore del quotidiano "il Centro", Luigi Vicinanza, in una causa per diffamazione a mezzo stampa, "apprende con stupore" la notizia" ed esprime "preoccupazione".

In una nota l'Unci parla di una condanna che "se confermata nei successivi gradi di giudizio, comporterebbe lo sconto della pena in carcere, determinando un pericoloso precedente per qualsiasi giornalista".

 

ODG ABRUZZO, ALLARME PER SENTENZA CHIETI

L'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo, intervenendo sulla sentenza del Tribunale di Chieti che ha condannato ad un anno di carcere e senza condizionale due giornalisti, Walter Nerone e il collaboratore Claudio Lattanzio, e a otto mesi l'ex direttore del quotidiano "il Centro", Luigi Vicinanza, in una causa per diffamazione a mezzo stampa, esprime "preoccupazione e allarme per la pesante condanna".

"Lo strumento della querela per diffamazione a mezzo stampa - si legge in una nota -, attuato con richieste di risarcimenti milionari, si sta trasformando da misura in difesa della dignità della persona in quello di limitazione del diritto di cronaca e di critica".

"Una tale metamorfosi - conclude l'Ordine - non può trovare sponde di alcun genere perché strumentalmente volta a comprimere diritti altrettanto fondamentali. Per questo, senza entrare nel merito della vicenda, l'ordine dei Giornalisti ritiene la mancata concessione della sospensione della pena inflitta ai tre colleghi una esagerata forzatura".


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