Giovani calciatori italiani, è crisi: Max Allegri lo aveva predetto nel 2018

08 Settembre 2025   16:05  

Negli ultimi anni il calcio italiano si è trovato di fronte ad un problema evidente, legato alla formazione dei giovani calciatori. La mancanza di talenti emergenti di livello internazionale è diventata un tema scottante, soprattutto dopo le difficoltà della Nazionale nelle competizioni più importanti. Già nel 2018 Massimiliano Allegri aveva espresso delle preoccupazioni chiare riguardo al futuro, individuando nelle strutture di base del movimento calcistico italiano la radice delle difficoltà che oggi si vedono in maniera così evidente. Le sue parole, che all’epoca suscitarono discussioni e in parte anche critiche, trovano oggi una conferma concreta nell’andamento della crescita dei giovani giocatori.

Le critiche di Max Allegri

Allegri nel 2018 criticò in modo diretto le Scuole Calcio italiane, sottolineando come l’approccio metodologico fosse diventato troppo rigido e lontano dalla natura istintiva e creativa del pallone. Secondo l'attuale tecnico rossonero, l’eccesso in termini di schemi e regole negli allenamenti dei bambini impediva ai ragazzi di sviluppare due doti fondamentali: fantasia e capacità di improvvisazione, ovvero quelle qualità che in passato hanno reso grandi i calciatori italiani. L’ex allenatore della Juventus arrivò a definire i settori giovanili come “uffici” che trasformano i ragazzi in piccoli impiegati, riducendo al lumicino lo spazio per l’inventiva. La sua analisi si basa ancora oggi sulla convinzione che il talento debba essere coltivato, senza soffocarlo con strutture troppo vincolanti.

Un altro punto centrale delle dichiarazioni di Allegri fu la critica all’imitazione dei modelli stranieri. Negli ultimi vent’anni molte società italiane hanno guardato con ammirazione ai metodi di formazione di Paesi come la Spagna, la Germania o l’Olanda, cercando di riprodurne i programmi. In certe situazioni è una strategia che può dare i suoi frutti, ad esempio inserendo le Academy U-21 in tornei di un certo livello. Ciò avviene ad esempio nel Regno Unito, come si intuisce leggendo questa guida sull'EFL Trophy, pubblicata sul blog del portale di scommesse online di Betway. Ma ci sono dei limiti da rispettare.

Secondo Allegri, l'imitazione dello stile altrui ha allontanato il calcio giovanile italiano dalla sua identità, perché l’Italia possiede caratteristiche peculiari che non possono essere sostituite. La tradizione calcistica italiana è storicamente legata alla capacità di lettura delle situazioni, al coraggio individuale e alla creatività nelle giocate: elementi che rischiano di estinguersi, se il percorso formativo dei giovanissimi continuerà ad essere così standardizzato.

Massimiliano Allegri è stato profetico

L’attualità mostra come quelle preoccupazioni non fossero affatto infondate. La Nazionale italiana, che nel 2018 non si qualificò per i Mondiali in Russia, ha concesso il bis nel 2022, rimanendo nuovamente fuori dal torneo. E ora rischia addirittura il tris, con la partecipazione ai Mondiali 2026 in forte dubbio. Questi risultati rappresentano un campanello d’allarme sullo stato di salute del movimento calcistico nazionale. Il tutto nonostante la vittoria sorprendente agli Europei del 2021, che è rimasta come la proverbiale "mosca bianca", e che è servita soltanto a nascondere la polvere sotto al tappeto.

La differenza con le generazioni precedenti appare evidente se si osservano campioni come Francesco Totti, Alessandro Del Piero o Roberto Baggio: calciatori che hanno costruito la propria carriera partendo da un bagaglio tecnico e creativo sviluppato in modo molto più naturale.


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