Giudici di Pace in sciopero dal 23 al 30 novembre

03 Novembre 2015   16:33  

Sciopero nazionale dei giudici di pace dal 23 al 30 novembre prossimi.

A proclamarlo sono state l'Unione nazionale giudici di pace (Unagipa) e l'Associazione nazionale dei giudici di pace (Angdp), quali organizzazioni rappresentative dell'intera categoria.

Le due associazioni spiegano, con una nota, di essere arrivate alla decisione dopo aver "vanamente esperito le procedure di raffreddamento previste dall'articolo 7 del Codice di autoregolamentazione per l'esercizio dello sciopero e delle astensioni dalle attivita' giudiziarie nel comparto degli uffici del giudice di pace", dopo aver preso atto del "silenzio del ministro della Giustizia e del presidente del Consiglio dei ministri sulle istanze della categoria in materia di corretta amministrazione della Giustizia e di garanzie di indipendenza e professionalita' del giudice", nonche' della "irragionevole noncuranza del Governo e del reiterato comportamento lesivo ed omissivo del ministro Orlando, malgrado gli impegni assunti nel corso degli incontri avuti con le organizzazioni di categoria".

Il ddl di riforma della magistratura onoraria, si fa notare nella lettera di proclamazione dello sciopero, "nega, di fatto, la natura giurisdizionale dell'attivita' dei giudici di pace, pur ampliandone enormemente le competenze (affidando al Giudice di pace oltre l'80% del contenzioso civile, anche mediante la previsione di nuove competenze in materie delicate come condominio, diritti reali, successioni, volontaria giurisdizione, espropriazioni mobiliari); palese - secondo le due associazioni - e' la volonta' di creare un figura di magistrato dequalificato, privato delle piu' elementari guarentigie costituzionali, gerarchicamente subordinato al Presidente ed agli altri organi giudiziari di Tribunale non solo a livello organizzativo, ma persino a livello giurisprudenziale, soprattutto mediante il contestuale inserimento dei giudici di pace nell'ufficio del processo, al fianco di tirocinanti, stagisti e cancellieri".

Piu' in generale, "tutti i trattamenti giuridici, economici e previdenziali previsti nel ddl predisposto dal ministro Orlando - sottolineano i presidenti di Unagipa Maria Flora Di Giovanni e di Angdp Gabriele Di Girolamo - compromettono l'autonomia e l'indipendenza dei giudici di pace, rendendo vano l'obiettivo della terzieta'". 

 

Tale "volonta' mortificatrice del ministro Orlando - aggiungono - appare ancor piu' incomprensibile alla luce dei dati statistici di efficienza degli uffici divulgati in sede di censimento della giustizia civile e penale, i quali evidenziano che i giudici di pace, unico esempio virtuoso in Italia, garantiscono una durata media dei processi civili e penali ben inferiore ad un anno": in sede civile, sia le nuove iscrizioni (1.272.999) sia la pendenza finale (1.248.572) registrate al 30 giugno 2014 sono di entita' notevolmente inferiore agli esaurimenti (1.344.081) nel periodo preso in esame (dal 30 giugno 2013 allo stesso giorno del 2014), e in sede penale, la pendenza finale globale registrata a fine 2013 (172.439) e' di entita' notevolmente inferiore ai procedimenti esauriti nell'intero anno (215.465), con un numero medio di 857 procedimenti civili e penali definiti da ciascun singolo giudice di pace ogni anno (tenuto conto degli organici in servizio) ed una durata media dei processi di 10 mesi. 


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