Gli allevatori del Cospa aderiscono al movimento dei forconi

19 Gennaio 2012   17:27  

''Il Cospa Abruzzo, con la presente, rende noto che è pronto a mobilitarsi anche nella sua regione per dare forza al “movimento dei forconi”, un movimento nato subito dopo la sortita dei trattori a Roma.

Costretti a scendere in piazza, anzi sulle strade, dopo la manifestazione del 15 dicembre scorso, soffocato dalle prescrizioni della Questura e del Prefetto dell’Aquila, i quali promettevano di impegnarsi nei confronti di chi ci governa.

È passato un mese e non si è mossa una foglia, siamo stati presi in giro, in tutti i modi si è cercato di soffocare una manifestazione motivata, dovuto al mancato guadagno, grazie all’aumento dei consti di produzione.

A questo si aggiunge le mucche fatte vivere sulla carta 83 anni, per italianizzare il latte proveniente dei paesi del’est Europa e nel contempo far pagare lo splafonamento delle quote latte, agli allevatori onesti. Per non parlare del corridoio verde, un accordo per permettere l’importazione dei prodotti ortofrutticoli dai paesi del nord Africa. Un progetto ben preciso che consiste in questo: le multinazionali hanno acquistato i terreni a due soldi da dove importano gli ortofrutta, (Nord Africa), nel contempo affamano i contadini italiani per rilevare le loro aziende finite in mano ad Equitalia.

Equtalia che di equità ha solo lo strozzinaggio uguale se non più devastante dei “cravattari”, autorizzato dai nostri politicanti super pagati.

Non scenderemo a compromessi con l’ordine pubblico, abbiamo tutto il sacrosanto diritto di manifestare per una legittima difesa contro uno stato corrotto di politici corrotti, in grado di vendersi tutto, anche la dignità delle persone che li hanno votati.

La Questura e la Prefettura invece di pensare a sedare la manifestazione del Cospa Abruzzo, si dovrebbero occupare di quanto sopradescritto e mettere in galera i responsabili che hanno degenerato lo stato di crisi, che sta’ determinando la mobilitazione prima in Sicilia, in seguito l’Abruzzo, per finire ad interessare la Nazione, se questi non si decideranno ad aiutate chi lavora e non i parassiti del tessuto umano.''

Dino Rossi, presidente Cospa Abruzzo

Sciopero tir: benzina finita a Palermo. Allarme mafia tra manifestanti.  Confindustria: Tra gli agricoltori e gli autostraportatori personaggi legati alla criminalita' organizzata.

ENNA - A Palermo la benzina e' ormai esaurita nei distributori. Solo poche stazioni di rifornimento hanno delle scorte e si registrano lunghe code come a un distributore in via Sciuti: le auto sono incolonnate a partire da viale delle Magnolie dove e' impossibile il transito. Due vigili cercano a fatica di far transitare i bus.

Intanto arriva anche l'allarme mafia. ''Tra gli agricoltori e gli autostraportatori che stanno creando notevoli danni al sistema imprenditoriale, abbiamo rilevato direttamente, e attraverso i nostri associati, la presenza di personaggi legati alla criminalita' organizzata'', dice all'ANSA il presidente di Confindustria in Sicilia, Ivan Lo Bello.  ''Non cerchiamo frasi ad effetto'', ha aggiunto Lo Bello commentando la situazione che si e' venuta a creare nell'isola dopo lo sciopero di quattro giorni dei tir indetto dal movimento dei 'Forconi' e dall'Aias. ''Se diciamo certe cose e' perche' si tratta di presenze inquietanti''.

''Noi abbiamo evidenze che in molte manifestazioni nei blocchi che stanno creando tante difficolta' in Sicilia erano presenti esponenti riconducibili a Cosa Nostra'', ribadisce il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello. ''Non siamo mafiosi, se lo dite fate i nomi'', ribatte il leader del Movimento dei Forconi che da tre giorni sta paralizzando l'isola con lo sciopero dei Tir. Il ''botta e risposta'' e' andato in onda stamani in diretta, nel corso della trasmissione 'Start' su Rai radio 1.

Sulle ragioni della protesta che stanno agitando l'Isola, Lo Bello ha osservato: ''Il malcontento è reale, ma le ragioni sono piu' serie e non si puo' trovare la soluzione negli slogan di demagoghi in servizio permanente effettivo e neanche in alcuni 'bravi' che stanno agli angoli delle manifestazioni''.

Proprio per protestare contro queste accuse Morsello ha rivelato di ''aver iniziato questa mattina uno sciopero della fame'' e ha concluso spiegando di non essere di Forza Nuova e di aver parlato ''di rivoluzione intesa solo come rivoluzione culturale entro i paletti della legalita'''.

Coldiretti conferma la presenza di infiltrazioni mafiose nel settore dei trasporti, "confermata dalle recenti operazioni di polizia nel commercio dell'ortofrutta, il cui prezzo triplica dal campo alla tavola per effetto delle strozzature e anomalie lungo la filiera".  Per effetto del blocco dei tir, ricorda Coldiretti, tonnellate di frutta e verdura stanno marcendo nei campi, mentre si sta buttando il latte.

Oltre al disagio per i consumatori, la protesta sta causando danni per milioni di euro ai produttori, che rischiano inoltre di perdere numerosi accordi commerciali.Per questo l'associazione ribadisce l'esigenza di una soluzione che possa garantire lo svolgimento del lavoro.

Si inasprisce in Sicilia la protesta degli autotrasportatori: anche oggi si sono registrati blocchi di arterie stradali. Cancelli di nuovo bloccati nel petrolchimico di Gela, con 'Forconi' e autotrasportatori che non hanno consentito il passaggio né ai lavoratori turnisti né ai giornalieri. Ad Enna, un camion che tentava di forzare il blocco dei camionisti che hanno aderito allo sciopero in corso è salito con la ruota sul piede di uno dei manifestanti. Una ventina i blocchi in provincia di Catania.

Il Codacons ha istituito un 'Comitato vittime dello sciopero di Forza d'urto', presieduto segretario nazionale Francesco Tanasi, che ha reso noto che al termine del blocco l'associazione ''avviera' azioni legali in favore di tutte le vittime dello sciopero che abbiano, a vario titolo, subito dei danni in questi giorni e che decideranno di aderire al comitato''.

''Il blocco totale della Sicilia e delle attivita' commerciali isolane continua - afferma Tanasi - e al quarto giorno non c'e' piu' benzina e anche i beni di prima necessita' non sono piu' facilmente disponibili o sono aumentati molto di prezzo''.

''I danni all'economia dell'Isola - aggiunge - sono davvero incalcolabili: interi camion di derrate alimentari andate a male, frutta e verdura inservibili, negozi chiusi perche' i gestori hanno i serbatoi delle auto vuoti, uffici deserti perché gli impiegati sono stati bloccati nei punti chiave del traffico''. ''Lungi dall'aver procurato benefici di qualunque genere alla Sicilia e ai siciliani - conclude Tanasi - questo blocco causa invece danni enormi a tutti''

FONTE ANSA


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