Gli artigiani contro la Regione: "Concertazione e fare sistema sono

31 Ottobre 2007   16:58  
Le organizzazioni abruzzesi dell’artigianato e della piccola impresa esprimono la loro forte preoccupazione e il loro disagio per lo stato dei rapporti con l’ente Regione. "Il confronto – ci sia permesso l’eufemismo – è ridotto ai minimi termini, come in pochi altri momenti di vita dell’istituto regionale", si legge in una nota congiunta di Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai. E ancora: "La parola “concertazione”, sbandierata nei pubblici convegni e nei documenti ufficiali, è stata ridotta dall’attuale governo regionale a una scatola vuota: di fatto, i luoghi delle decisioni sono altri, e alle organizzazioni d’impresa si chiede solo di ratificare a cose fatte scelte non condivise. Una logica cui le organizzazioni dell’artigianato promotrici di questa iniziativa dichiarano sin da ora di rifiutare nei mesi a seguire anche a costo di ritirare le proprie sigle da tutti i tavoli di confronto e concertazione. Le organizzazioni d’impresa, come già rilevato nel documento redatto nelle scorse settimane con le altre sigle di rappresentanza dell’industria, del commercio, dell’agricoltura e della cooperazione, non sono mai state coinvolte nei processi decisionali più importanti. L’ultima riprova si è avuta con la decisione del Consiglio regionale di procedere al taglio dei fondi sui diversi capitoli di bilancio dedicati alle attività produttive, per ripianare il deficit della sanità: una manovra da 86 milioni di euro mai concertata con le organizzazioni d’impresa. Le ragioni di difficoltà descritte nel documento unitario si accentuano e aggravano, se possibile, per la realtà dell’artigianato. Infatti, guardando i dati andamentali (riferiti al saldo tra iscrizioni e cancellazioni) al primo semestre 2007, registriamo perdite pesanti in quasi tutti i settori". La parte da leone continua a farla l’edilizia, che con un +286 rappresenta oltre il 200% del saldo attivo (+118) realizzato dall’albo tra iscrizioni e cancellazioni. Un settore nel quale, "ai problemi di natura generale che questi dati fotografano in modo netto, si sommano alcune discutibili scelte della Giunta regionale, che finiscono con il mettere in ginocchio alcuni degli istituti di riferimento del nostro mondo, come la Commissione regionale e le Commissioni provinciali per l’artigianato, ormai di fatto svuotate dalla Regione del loro significato e dei loro compiti senza aver immaginato alcun organismo alternativo. Un atteggiamento che - conclude la nota - si riflette nella stasi del disegno di legge di riforma del settore, pure invocato unitariamente e a gran voce da tutte le organizzazioni".

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