Gli sfollati che vogliono tornare chiedono un posto a Campomizzi

20 Marzo 2010   13:45  

L'Aquila un anno dopo.

Venticinquemila gli sfollati assistiti dal sistema di gestione dell'emergenza.

La stragrande maggioranza si trova in appartamenti privati presi in affitto dalla Protezione civile, negli alloggi del progetto C.a.s.e., nei Map o ha provveduto a sistemarsi autonomamente e percepisce un contributo mensile.

Ci sono poi, secondo i dati più aggiornati forniti dalla stessa unità commissariale, 4.700 persone ancora alloggiate nelle strutture ricettive, alberghi e residence della costa adriatica e dell'entroterra.

Molti di loro continuano a lavorare a L'Aquila, altri sono anziani ma ad ogni modo hanno con la città un profondo legame affettivo che li spinge a tornare.

Per questo stamattina si sono ritrovati davanti la ex Caserma Campomizzi, ristrutturata nei mesi scorsi e trasformata in una sorta di albergo dove hanno trovato ospitalità fino a seicento sfollati. La struttura, in base ad un accordo dell'ottobre scorso sarebbe dovuta andare a metà febbraio agli studenti universitari. “Ma non si erano fatti bene i conti sul numero dei senzatetto” dicono gli sfollati che chiedono di essere ospitati qui, dove oggi ci sono 297 posti che si sono liberati dopo le consegne degli alloggi del progetto C.a.s.e. e dei moduli abitativi provvisori.

C'è poi chi, fra i “deportati” - così si definiscono – si domanda come mai un conventino in due mesi si può costruire e alloggi per gli studenti no.

Anche nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito, ci sono 280 posti liberi.

In tutto insomma sono disponibili quasi seicento posti letto che potrebbero consentire il riavvicinamento di molti sfollati ancora sparpagliati in giro per l'Abruzzo o anche nei paesi montani nel circondario del capoluogo.

(MS)

 


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