Gli tolgono C.a.s.a., giornalista sfollato scrive a Napolitano

21 Gennaio 2011   12:37  

Emidio Di Carlo, giornalista e sfollato aquilano, ci ha inviato questa lettera aperta rivolta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per denunciare l'ingiusta revoca dell'appartamento del C.a.s.e.

"6 aprile 2009", ore 3, 32, il violento sisma ha fatto morti e distruzioni nel territorio del capoluogo d'Abruzzo.
Come tantissimi cittadini aquilani sono stato gettato fuori dall'abitazione (in Via Svizzera, 11, classificata "F", ovvero pericolo esterno); di conseguenza costretto all'autonoma sistemazione prima in Roma e poi in Roseto degli Abruzzi.

29 settembre 2009. La protezione Civile ha imposto il rientro "forzato" dall' autonoma sistemazione del proprio nucleo familiare (capofamiglia pensionato, moglie casalinga, figlia docente nella scuola di Avezzano con figlia minore a carico di 4 anni) con l'assegnazione in località Cese di Preturo di un alloggio temporaneo nel Piano C.A.S.E..

Nello stesso mese, a causa d'incidente sul lavoro, la demolizione di un grande complesso edilizio che costituiva il pericolo esterno (categoria "F", appunto), viene fermata dalla magistratura. Ancora oggi (sono trascorsi 16 mesi e il cantiere resta fermo, nel contempo dall'Ufficio del Procuratore che ha in carico il problema si è avuto anche il rifiuto a dare notizie sulle ragioni del clamoroso ritardo nella ripresa dei lavori di demolizione.

Debbo nuovamente portarLa a conoscenza (vedasi le lettere-esposte dell'11 agosto 2009 e del 18 maggio 2010) che il problema interessa ben 201 famiglie, in un Consorzio di Cooperative. Ebbene, da 37 anni, benché risulti pagato il mutuo agevolato concesso dalla banca, i Soci attendono il passaggio alla proprietà divisa. Il sisma del 6 aprile 2009 ha particolarmente aggravato la situazione di ognuno avendo risparmiato, sia pure con consistenti lavori di riparazione, soltanto tre gruppi distinte di villette a schiera.

Di quest'ultime, due gruppi, per l'esattezza 14 immobili, sono stati immediatamente riutilizzati dai soci assegnatari a seguito del danno accertato nella classificazione in Categoria "A"; ovviamente previo necessari lavori e il riallaccio delle utenze. Per le 11 famiglie del terzo gruppo delle villette a schiera (11 immobili, incollati in tre gruppi), è rimasta la classificazione "F" in attesa della soluzione per il palazzo frontale in abbattimento.

Tutto ciò è noto ed è stato rappresentato a tutti gli organi competenti senza esservi stato riscontro, ad eccezione del Gabinetto del Prefetto che ha dichiarato la non competenza sulla materia, girando il problema ad organo istituzionale competente.

17 gennaio 2011. Una telefonata sul cellulare raggiunge mia figlia impegnata nell'esplicazione di una lezione di storia della chiesa antica e medievale.

"Linea amica" (rivelatasi "Servizio Assistenza alla Popolazione") comunica che il 21 gennaio, alle ore 9,50, si procederà alla riacquisizione dell' alloggio a suo tempo assegnato; essendo nel frattempo stata modificata la categoria nel complesso "B5", in Via Svizzera. La nuova categoria "B", alla luce di una "preesistente ordinanza" (?.!.!), fa decadere il diritto all' occupazione momentanea nel progetto C.A.S.E, impone la riconsegna dell'alloggio immediata, con l'invito a ricercarsi altro alloggio per un ritorno all' autonoma sistemazione.

Tutto ciò accade senza precedente notifica, ribadito con un Sms nel giro di quattro giorni. La responsabile della Sge (Struttura Gestione Emergenza) è stata immediatamente cercata, ma si è riusciti a parlare solo con 'Linea amica' per la prenotazione in vista di un colloquio futuro da defnire.

Ciò volutamente ignorando di essere di fronte a due nuclei familiari (la cui composizione è già stata rivelata) ed essendosi ben a conoscenza della difficoltà di reperimento di abitazioni nel capoluogo, oltre che dell' impossibilità al rientro nelle abitazioni classificate "B" , per i lavori da effettuare, gli allacci delle utenze da richiedere a lavori ultimati, oltre alla certificazione di nuova abitabilità.

Da quanto esposto ritengo che la Sge , come il Consorzio citato, debbono essere cancellati poiché rendono sempre maggiormente inquieto l'animo delle famiglie (specie quelle con minori) in cerca di una soluzione possibile alla propria sopravvivenza.

Le chiedo, Signor Presidente, un intervento diretto sulle istituzioni direttamente interessate affinché vengano rimossi, con urgenza, gli ostacoli elencati e perché vengano valutate eventuali responsabilità a livello politico, amministrativo, giuridico in materia di "omissioni" o "abuso di potere"; dal momento che la classificazione in "B" non implica necessariamente il decadimento dei requisiti già accertati per l'ottenimento dell'alloggio nel Progetto C.A.S.E. e che, in ogni caso, per ogni tipo di azione, è indispensabile dare un congruo lasso di tempo, onde evitare di calpestare la dignità umana.

Voglio altresì sottolineare il rifiuto del soccorso dalla Sge (Struttura Gestione Emergenza), anche in rapporto all'articolo 12 del contratto d'affitto a suo tempo stipulato al momento della consegna nel Progetto C.A.S.E..''


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