Gli urbanisti: manca un disegno politico per L'Aquila

La replica di Gaetano Fontana

01 Novembre 2010   10:12  

di Jolanda Bufalini - L'Unità

Un libro bianco su l’Aquila, ovvero sulla ricostruzione che non esiste. Lo ha presentato alla Fondazione Cini a Venezia, all’Urbanpromo, l’incontro annuale fra Amministrazioni, enti locali e privati, l’Istituto nazionale di urbanistica. È il frutto di workshop tenuti nella città terremotata, lavoro che continuerà con atelier aperti a cittadinanza, studenti e professionisti. «Per fornire non soluzioni ma un telaio – spiega Piero Properzi, urbanista aquilano, terremotato lui stesso, e vice presidente dell’Inu (istituto nazionale di urbanistica) - agli attori istituzionali e alle politiche pubbliche». Spiega Carlo Alberto Barbieri: «il proliferare di poteri speciali dell’emergenza, che danno l’illusione di un grande potere, ha prodotto una disarticolazione tanto grave che ormai tutti sono contro tutti». Senza governance condivisa, «ci si organizza per bande e la banda più forte ha una corsia privilegiata, con buona pace dei diritti di tutti», aggiunge Properzi.
E’ quello che sta succedendo in un quadrante importante del centro storico, quello che dal Duomo si sviluppa verso l’arcivescovado. La promessa del presidente commissario Chiodi è di consegnare il complesso per Natale. L’escamotage per dare la corsia preferenziale è stato chiamarlo “progetto pilota”. «Io – dice Properzi – sono abbastanza pragmatico da pensare, purché si cominci... ma resta il problema: perché proprio da lì?».


E poi, il grande rischio è l’accavallarsi di progetti che entrano in rotta di collisione gli uni con gli altri, come accade a piazza d’Armi dove le grandi archistar nazionali sono state tutte coinvolte per progetti opposti. Quello che coinvolge la Curia, con i suoi fondi immobiliari, è un progetto che coinvolge altri soggetti forti: il palazzo del governo (immagine simbolo del disastro del 6 aprile 2009), l’architetto Renzo Piano, che realizza un progetto a palafitte nella chiesa di Sant’Agostino, la Reluis e due consorzi di privati. La storia comincia proprio dai privati e dalla Reluis, che è il consorzio universitario costituito dalla Protezione civile e da Eucentre, per l’esame dei progetti di ricostruzione. Furono i proprietari privati ad avere la pensata di far fare i progetti alla Reluis. Evidentemente non c’è alcuna norma, nel paese dove le ordinanze hanno preso il posto delle leggi, che vieta al controllore di essere anche il controllato. I proprietari privati da soli non ce la facevano ma, finalmente, sono riusciti a mettere insieme i poteri forti, Diocesi, Struttura di missione, Reluis, per esercitare le pressioni necessarie e «ottenere la via privilegiata e più veloce».
Per uscire dalla «palude delle interpretazioni – spiega Properzi – l’unica strada è quella di una legge». In questa direzione si stanno muovendo «i comitati cittadini, il Pd e i Radicali».
E poi: «una struttura vera, che stia a l’Aquila, con cui si possa parlare direttamente, senza dover mandare fotografie in tutta Italia». Ancora una volta, la bestia nera del professore urbanista sono i consorzi creati dalla Protezione civile per l’approvazione economica e tecnica delle riparazioni e ricostruzioni. Le due società hanno avuto una commessa da 12 milioni, rinnovata per la seconda volta in questi giorni. Una banale divisione sulle pratiche sin qui approvate (quasi tutte relative a case poco danneggiate e quindi semplici da esaminare) dà il costo dell’operazione: 900 euro a pratica. Le critiche dell’istituto nazionale di urbanistica non risparmiano quello che Properzi chiama “l’abusivismo dell’emergenza”: le new towns di Berlusconi e le ordinanze comunali che hanno consentito, in deroga, le costruzioni in legno, sparse su tutto il territorio: «La capitale dei parchi è diventata la città più motorizzata d’Italia con un consumo abnorme di suolo e di Co2».

Fra le proposte, invece, l’ammodernamento della linea ferroviaria che da Sulmona passa per l’Aquila e raggiunge Terni: «Sarebbe una metropolitana di superficie per quella che ormai, da una new town all’altra, è una città lineare di 14 chilometri». Grave, inoltre, che il commissario presidente Chiodi non si occupi del capoluogo della sua Regione: «Nei documenti di programmazione economicha e finanziaria dell’Abruzzo non c’è una riga sulla ricostruzione».

 

Pronta la risposta di Gaetano Fontana, responsabile della Struttura tecnica di Missione

Non è affatto vero che mancano un disegno politico sul ruolo dell’Aquila ed un chiaro progetto urbanistico.
Ci sono idee, programmazione, risorse e riferimenti certi per la comunità”. Gaetano Fontana, responsabile della Struttura tecnica di Missione, respinge al mittente (Istituto nazionale urbanistica e per esso il vice presidente Pierluigi Properzi, docente all’ateneo
aquilano), tutti i rilievi mossi dagli esperti in una convention a Venezia. Fontana, nella sua disamina, parte dai fondi erogati, a partire dal 23 luglio 2010, dal Commissario delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi: 1.209.723,09 euro per gli edifici pubblici
della città capoluogo e del resto della provincia; 2.797.870,72 euro per la riparazioneedifici ATER classificati A, B e C; 147.447.119,19 euro per la riparazione e la ricostruzione delle unità immobiliari classificate A, B, C, situate nel comune dell’Aquila e nei comuni del cratere sismico. “È in corso di istruttoria - informa il responsabileStM - un cospicuo pacchetto di finanziamenti per interventi, anche di restauro, diedifici monumentali pubblici ed ecclesiastici (opere strategiche e prioritarie) e
per la realizzazione della rete dei sottoservizi all‘Aquila e negli altri centridel cratere”.

Per quanto riguarda la “definizione delle strategie di ricostruzione e rilancio”, Fontana fa notare che “il Commissario sta sviluppando, si augura concoerenza, il disegno generale dell’azione posto all’attenzione dell’opinione pubblica sin dal suo insediamento“. Discusso e condiviso con tutti i Sindaci, il disegno “ha cercato e trovato nuove voci in esperti di chiara fama internazionale cui spetta
confermare l’adeguatezza tecnico-scientifica delle scelte urbanistiche, ma anche sociali ed economiche operate dal Commissario e dalla sua Struttura di supporto“.


Il responsabile della Struttura tecnica di Missione, Gaetano Fontana, replicando alle critiche degli urbanisti, spiega che “il documento di strategia più recente elaborato dal Commissario è intitolato Azioni a breve, pubblicato il 21 ottobre scorso, che traccia la ‘rotta’per i mesi a venire, individuando una serie di azioni; tra di esse, una delle piùimportanti, è orientata a sostenere la formazione di progetti sperimentali per il centro dell’Aquila, estendibile a tutti i centri storici del cratere”. Il numero uno della StM precisa che “’cantieri sperimentali’ non intendono, né potrebbero, conformare alcunché sotto il profilo urbanistico, la cui competenza primaria è dalla Costituzione affidata ai Comuni“. “Piuttosto - sottolinea ancora - con i ‘cantieri sperimentali’ si amplia l’azione di indirizzo e di supporto che il Legislatore ha affidato al Commissario“. Fontana ricorda altresì come il Commissario Chiodi abbia sempre attribuito grande importanza alla dimensione urbana della ricostruzione ed in primis agli spazi collettivi ed alle infrastrutture pubbliche: “la Ricostruzione non riguarda solo questo e quell’edificio isolato bensì la città nel suo insieme, come spazio della storia e della vita di tutti. che il sisma ha ferito e che è necessario e doveroso risanare“. Col contributo di prestigiose facoltà di architettura e di ingegneria - Pescara, Camerino, Genova, Roma, Catania, Napoli ecc.. - i Comuni del Cratere stanno trovando soluzioni originali e di straordinario interesse (non solo per le case, ma per le strade, le piazze, i giardini, le chiese). “E se la ricostruzione dell’Aquila partirà dai suoi luoghi simbolo, il Palazzo del Governo, la chiesa delle Anime Sante, il Duomo e l’antistante Piazza del “mercato”, piazza Palazzo e palazzo Margherita - osserva Fontana - tutti luoghi e edifici naturalmente propri ‘dei poteri forti‘, forse, non è poi così grave“. Nessun “doppione” e nessun conflitto d’interesse, per il responsabile della StM. Neanche sull’argomento “sperimentazione”, il cui risultato “verrà offerto al Comune dell’Aquila che ne farà quello che la sua responsabilità istituzionale riterrà utile e doveroso, nell’auspicio che a guadagnarci sarà solo la Ricostruzione“.


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