I rappresentanti dell’ANCE, CNA COSTRUZIONI, APIEDIL, CONFARTIGIANATO, ACAI, CASARTIGIANI, UPACLAAI, LEGA COOP, CONFCOOPERATIVE, della Regione Abruzzo, e FILLEA CGIL, FILCA CISL, FeNEAL UIL Abruzzo, congiuntamente, invitano la Regione ad approvare al più presto la legge sull’edilizia in applicazione del c.d. “Decreto Sviluppo” di luglio 2011, garantendo l’adozione di un testo legislativo che non sia un compendio di mediazioni politiche, ma il frutto di un confronto che garantisca funzionalità applicativa organica ed univoca su tutto il territorio regionale e che non vanifichi quelle garanzie minime che il testo della Legge nazionale, comunque, ha individuato come misure incentivanti dell’economia e che dovrebbero vedere nella norma regionale un miglioramento ed una espansione degli effetti incentivanti.
Ogni ulteriore ritardo ovvero l’approvazione di un testo farraginoso e o privo di funzionalità e di incentivi renderà ancora più grave e, forse irreversibile, la crisi che attanaglia un settore, quello delle costruzioni, che da sempre ha garantito occupazione, sviluppo e crescita economica nella nostra Regione.
E’ nota a tutti l’importanza del settore delle costruzioni, ma è opportuno qui ricordare alcuni dati fondamentali.
L’edilizia rappresenta uno dei principali settori economici della regione: circa il 12% degli occupati totali, il 13% del PIL, il 30% degli occupati dell’industria, più di 80 settori collegati. Con un fatturato diretto di circa 4,5 miliardi di Euro all’anno.
Il mercato è così suddiviso: 50% abitazioni (20% nuovo, 30% recupero) circa il 30% costruzioni non residenziali, circa 20% opere pubbliche.
Come è evidente, circa l’80% del fatturato deriva da investimenti privati (50% imprese, 30% privati cittadini).
Gli occupati totali, secondo dati ISTAT, nel 2011, sono stati circa 42.000, in flessione rispetto agli anni precedenti.
Dal 2007 è iniziata una crisi che ha portato ad una flessione del 30% sui nuovi investimenti che si ripercuoteranno pesantemente anche sull’occupazione anche nel corso del 2012.
Questo è il quadro, si stima che la produzione sia tornata ai livelli del 2.000, con la perdita di circa 10.000 occupati e la chiusura di moltissime imprese con costante aumento della disoccupazione.
Il comparto delle opere pubbliche è completamente fermo: Gli appalti significativi possono contarsi sulle dita di una mano, le imprese sono in grande sofferenza per i lavori non pagati o pagati con ritardi che sfiorano i 12 mesi (L'Abruzzo è tra le regioni meno virtuose in Italia). La Cassa integrazione è in forte aumento ed i lavori di ricostruzione nel “cratere” ancora non garantiscono una ripresa almeno nella provincia dell’Aquila.
I dati sui mutui fondiari (- 20% rispetto a dati già negativi) certificano la forte crisi anche del settore privato.
Negli negli ultimi mesi la crisi si è acuita: i lavori pubblici hanno raggiunto il minimo storico, le compravendite di immobili sono crollate e l’occupazione ha subito una ulteriore diminuzione ed ha investito anche le imprese “storicamente” più sane.
Riteniamo che dopo la pausa estiva moltissimi cantieri non riapriranno anche a causa di ulteriori restrizioni di accesso al credito ed all’accumularsi di crediti nei confronti delle P.A.
La legge sull’edilizia, anche se siamo giunti ai tempi supplementari, può ridare impulso al settore.
Auspichiamo che i prossimi confronti lascino fuori dall’Aula consiliare le argomentazioni dettate da mera contrapposizione politica ed i preconcetti collegati a posizioni ideologiche, elementi questi, idonei a minare le finalità perseguite dalla norma nazionale denominata “decreto sviluppo” e le minime prerogative che questa, comunque, garantisce.
Chiediamo, quindi, alla “Politica” un gesto di necessaria responsabilità che porti, in tempi brevi, all’approvazione di un testo chiaro, applicabile ed efficace che tenga conto anche dei requisiti di convenienza economica nei confronti del privato cittadino che rappresenta il motore di questo auspicato volano di ripresa e, perciò, il destinatario della legge stessa e degli incentivi in essa contenuti.
In questo momento di crisi di tutti i settori industriali e di crollo dei consumi riteniamo che uno spazio di ripresa o di sostegno all’occupazione possa esistere partendo proprio da iniziative di riuso, riqualificazione e rinnovo del patrimonio edilizio privato ottenendo anche un miglioramento per quanto riguarda l’efficienza energetica, la sicurezza sismica. La riqualificazione urbana.
Ciò premesso e richiamando quanto espresso nei precedenti documenti sull’argomento,
ANCE, CNA COSTRUZIONI, APIEDIL, CONFARTIGIANATO, ACAI, CASARTIGIANI, UPACLAAI, LEGA COOP, CONFCOOPERATIVE, della Regione Abruzzo e FILLEA CGIL, FILCA CISL, FeNEAL UIL Abruzzo nel sollecitare il richiamato senso di responsabilità da parte del Consiglio Regionale sono pronti a qualsiasi confronto utile per giungere ad una rapida conclusione della vicenda.
Il risultato, in tempi brevi sarà quello di rilanciare un settore capace di dare immediata risposta in termini di sviluppo ed occupazione.
Trattandosi di interventi ad alta incidenza di manodopera, un miliardo e mezzo di euro, investito, in un anno, in recupero, produrrà circa 15.000 addetti diretti e stimolerà investimenti nell’indotto pari a circa 3 volte, con altrettanti occupati. Si potrebbero avviare così numerosi cantieri di piccole e medie dimensioni, diffusi sull’intero territorio regionale, con il coinvolgimento di molte imprese. Tutto questo senza incidere sulle casse della P.A. ed anzi con plurimi vantaggi, ad esempio in termini di ”Bucalossi”, flussi tributari ed altro. Un tale investimento porterebbe nelle casse degli Enti Locali una somma di diversi milioni di Euro, con cui progettare e realizzare infrastrutture pubbliche e interventi per garantire la sicurezza dei territori evitando i frequenti dissesti idrogeologici; un’opportunità da non perdere in un momento sostanziale assenza di trasferimenti statali in favore degli Enti Locali.