I detriti di satelliti dispersi nello spazio possono provocare danni all'ambiente

16 Luglio 2012   17:16  

Sembra che la realtà, ostinatamente imita l'arte, come ha detto più di un secolo fa Oscar Wilde. Mentre il regista messicano Alfonso Cuarón gira il film Gravity, in cui sono bloccati George Clooney e Sandra Bullock in orbita attorno alla Terra dopo che la loro nave è stata colpita da un pezzo di spazzatura spaziale, l'Agenzia spaziale europea (ESA) ha avvertito che la fiction "potrebbe accadere", in realtà, se i livelli di rifiuti continuano ad aumentare. George Clooney non ci salverà.

"Siamo costretti a lasciare la zona per le generazioni a venire, come la troviamo: impeccabile", ha detto in una dichiarazione il direttore generale dell'ESA, Jean-Jacques Dordain. Degli oltre 6.000 satelliti lanciati dall'inizio dell'era spaziale (il 4 ottobre 1957, quando l'Unione Sovietica lanciò lo Sputnik I), meno di un migliaio rimangono operativi. Il resto è andato di nuovo in atmosfera o è ancora in orbita, abbandonato.

La situazione, ha detto l'agenzia, comporta un elevato rischio di creare nuovi pezzi di spazzatura spaziale, se le batterie o carburante rimasto nel serbatoi arriva ad esplodere.

Anche se non si lanciano nuovi satelliti, le simulazioni mostrano che i livelli di detriti in orbita continuano ad aumentare. Per l'ESA, questo giustifica la realizzazione dello Spazio Clean (spazio pulito, in inglese), che studia modi per aiutare a minimizzare l'impatto ambientale delle attività speciali europee, riducendo la produzione di rifiuti sia sulla Terra che nello spazio.

Il programma dello spazio Clean, comprende iniziative per controllare l'impatto delle tecnologie spaziali per l'ambiente, dalla progettazione e produzione allo smaltimento, alla fine della sua vita utile. Tra i metodi nuovi, processi industriali come la saldatura "friction-agitazione", che permette di utilizzare meno materiale e meno energia per produrre risultati di qualità superiore.

Per illustrare il problema l'ESA ha utilizzato un esempio che faceva già parte di una finzione, ha spiegato che una vite di  1 pollice puo' sorvolare la Terra a 7,5 chilometri al secondo ha un "diametro fatale" sufficiente a distruggere un satellite. Casualmente, inizia così il manga (fumetti giapponesi), sci-fi Planetes (1999-2004), scritto e illustrato da Makoto Yukimura e successivamente è stato adattato in una serie televisiva.

Oscar Wilde aveva ragione.


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