I giornalisti precari al governo: ''Basta sfruttamento incontrollato e selvaggio''

06 Maggio 2013   10:46  

“Riteniamo che oggi il Governo non possa più assistere passivamente alla perpetuazione dello sfruttamento incontrollato e selvaggio dei giornalisti lavoratori autonomi.

Per questo le chiediamo di convocare immediatamente la Commissione per l'equo compenso e di dare concreta applicazione alla legge 233/2012, che nasce esplicitamente per dare attuazione all'articolo 36 della Costituzione anche nei confronti dei giornalisti lavoratori autonomi”.

E’ uno dei passaggi dell’appello che i coordinamenti di base dei giornalisti freelance e precari italiani rivolgono al neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini.

La lettera – a firma di YaBasta! Giornalismo e dignità (Toscana), FreeCCP (Emilia Romagna), Re:Fusi (Veneto), Errori di Stampa (Lazio), Terzo Stato (Molise), Informazione Precaria (Puglia), Coordinamento giornalisti precari campani e Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia – è stata inviata a 5EURONETTI, la rete dei freelance e precari dell’informazione abruzzese, ed è stata presentata oggi a Pescara nel corso dell’iniziativa “Corto circuito. Politica e informazione, equilibri precari” organizzato dal gruppo abruzzese, che ha sottoscritto l’appello.

Legnini avrebbe dovuto prendere parte all’evento, ma per motivi istituzionali è stato costretto a rinunciare.

“Oggi, in Italia, più della metà dei giornalisti – si legge nel documento – non ha un contratto di assunzione stabile e la maggior parte di questi, pur coprendo settori rilevanti dell'informazione quotidiana, riceve compensi irrisori.

E si vede costretta a lavorare non solo senza sicurezze e prospettive personali, ma anche in condizioni offensive della propria dignità, sotto il costante ricatto di perdere ogni possibilità di lavoro”.

“Oggi – proseguono i giornalisti - non è raro per un freelance o collaboratore esterno essere costretto ad accettare retribuzioni anche di 2-5 euro a pezzo, con una media di 10-20 euro (al lordo di spese, tasse e contributi a carico), o prestazioni gratuite per averne altre retribuite, o proposte di lavoro in nero o con contratti palesemente inadeguati od irregolari.

Il tutto definito in maniera unilaterale dagli editori, e con retribuzioni spesso corrisposte in ritardo anche di mesi”.

“La situazione – si legge ancora nella lettera – è così grave che secondo le ricerche effettuate sui dati dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) il 75% dei freelance guadagna in media meno di 10.000 euro lordi l'anno, e il 62% meno di 5.000. Questa, signor Sottosegretario, è la situazione che Lei oggi si trova ad affrontare, quale responsabile politico del settore”.

In particolare i coordinamenti chiedono a Legnini “di dare attuazione con la massima sollecitudine e determinazione alla legge 233/2012, per l'equo compenso dei giornalisti titolari di rapporti di lavoro non subordinato” e di “assumere e fare propri i principi espressi nella Carta di Firenze”.

“Confidando nel Suo interessamento a riguardo – concludono i giornalisti -, con la presente ci dichiariamo anche disponibili ed interessati ad un confronto di merito sul tema, anche in sede di audizione conoscitiva con la Commissione prevista dalla L. 233/2012”.

 

Lettera dei coordinamenti di giornalisti precari al sottosegretario di Stato con delega all’Editoria, Giovanni Legnini

Pescara, 4 maggio 2013

Spettabile Sig. Sottosegretario,

ci rivolgiamo a Lei, per augurarLe buon lavoro, nel suo nuovo e non facile incarico. L'editoria è infatti segnata da gravissime crisi (anche se non tutte imputabili alla congiuntura economica, quanto a scelte imprenditoriali errate o a mancanza di nuove progettualità).

E nel contempo l'Italia figura al 57° posto nelle graduatorie internazionale sulla libertà di informazione. Ma ora ci rivolgiamo a Lei per sottolinearLe la gravità della condizione in cui versa la larga maggioranza dei giornalisti freelance e precari.

Oggi infatti in Italia più della metà dei giornalisti non ha un contratto di assunzione stabile, e la maggior parte di questi, pur coprendo settori rilevanti dell'informazione quotidiana, riceve compensi irrisori. E si vede costretta a lavorare non solo senza sicurezze e prospettive personali, ma anche in condizioni offensive della propria dignità, sotto il costante ricatto di perdere ogni possibilità di lavoro.

Oggi non è raro per un freelance o collaboratore esterno essere costretto ad accettare retribuzioni anche di 2-5 euro a pezzo, con una media di 10-20 euro (al lordo di spese, tasse e contributi a carico), o prestazioni gratuite per averne altre retribuite, o proposte di lavoro in nero o con contratti palesemente inadeguati od irregolari.

Il tutto definito in maniera unilaterale dagli editori, e con retribuzioni spesso corrisposte in ritardo anche di mesi. La situazione è così grave che secondo le ricerche effettuate sui dati dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) il 75% dei freelance guadagna in media meno di 10.000 euro lordi l'anno, e il 62% meno di 5.000.

Questa, signor Sottosegretario, è la situazione che Lei oggi si trova ad affrontare, quale responsabile politico del settore. Noi oggi ci rivolgiamo quindi a Lei, chiedendoLe di dare attuazione con la massima sollecitudine e determinazione alla legge 233/2012, per l'equo compenso dei giornalisti titolari di rapporti di lavoro non subordinato.

La legge è in vigore dal 18 gennaio scorso, e prevedeva che entro 30 giorni si riunisse la Commissione plurilaterale, presieduta dal Sottosegretario all'Editoria, e che questa entro i successivi 60 giorni avrebbe dovuto stabilire l'equo compenso da applicare e rispettare.

Questi termini temporali sono però già scaduti, senza che la Commissione si sia nemmeno stata formalmente insediata, a causa dei tentativi dilatori perpetuati dagli editori.

Noi riteniamo che oggi il Governo non possa più assistere passivamente alla perpetuazione dello sfruttamento incontrollato e selvaggio dei giornalisti lavoratori autonomi. Per questo Le chiediamo di convocare immediatamente la Commissione per l'equo compenso e di dare concreta applicazione alla legge 233/2012.

Che nasce esplicitamente per dare attuazione all'art. 36 della Costituzione anche nei confronti dei giornalisti lavoratori autonomi. Le chiediamo anche di assumere e fare propri i principi espressi nella Carta di Firenze, strumento di autoregolamentazione deontologica approvato dall’Ordine dei Giornalisti e cofirmato dalla Federazione Nazionale della Stampa.

Principi che devono essere anche patrimonio degli editori e parametro irrinunciabile per una informazione democratica e dignitosa. Confidando nel Suo interessamento a riguardo, con la presente ci dichiariamo anche disponibili ed interessati ad un confronto di merito sul tema, anche in sede di audizione conoscitiva con la Commissione prevista dalla L. 233/2012.

Con i migliori auguri di buon lavoro, i coordinamenti di base dei giornalisti freelance e precari italiani YaBasta! Giornalismo e dignità (Toscana); FreeCCP (Emilia Romagna); Re:Fusi (Veneto);- Errori di Stampa (Lazio); Terzo Stato (Molise); Informazione Precaria (Puglia); Coordinamento giornalisti precari campani; Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia; 5EuroNetti, la rete dei freelance e precari dell’informazione abruzzese.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore