I gruppi del Pd nelle Province dicono no all'accorpameto dei piccoli comuni

I gruppi consiliari provinciali di Chieti, Pescara, L’Aquila e Teramo dicono no all'accorpamento dei piccoli comuni.

A seguire il comunicato stampa congiunto:

"La chiusura per decreto dei piccoli comuni segnerà l'ingloriosa fine di storia, cultura e tradizioni soprattutto nelle zone interne ed accentuerà lo spopolamento e l'abbandono del territorio; non si può riorganizzare la filiera istituzionale a pezzi perché è necessario farlo complessivamente, equilibrando i luoghi decisionali e di governo, ridando potere di scelta vera ai cittadini ad ogni livello affinchè torni un legame diretto tra gli eletti ed il territorio. " – così affermano i capigruppo consiliari del P.D. delle 4 province Abruzzesi: Camillo D'Amico (Chieti), Antonello Linari (Pescara), Enio Mastrangioli (L'Aquila) ed Ernino D'Agostino (Teramo) in merito al contenuto inserito nel D.L. 138 del 13/8/2011 recante "ULTERIORI MISURE URGENTI PER LA STABILIZZAZIONE FINANZIARIA E LO SVILUPPO" il quale, per i comuni fino a 1000 abitanti, è previsto l'accorpamento alla fine delle legislature correnti – "I risparmi previsti nella manovra sono abbastanza incerti ed aleatori, l'efficacia tutta da dimostrare.

E' necessario certamente ridurre i costi della politica e migliorare il funzionamento delle istituzioni, come giustamente chiedono i cittadini – continuano i capigruppo provinciali del P.D. – ma è opportuno farlo riducendo costi e privilegi laddove sono noti ed evidenti anche ridefinendo ruoli e competenze tra i vari livelli istituzionali.

Inoltre è utile procedere alla soppressione di quegli enti palesemente inutili che risultano essere spesso doppioni, in termini di funzioni, di comuni, province e regione.

Contestualmente - concludono gli esponenti del P.D. delle province Abruzzesi – chiederemo la convocazione urgente dei rispettivi consigli per deliberare ordini del giorno di merito correttivi del disposto del decreto legge in discussione in parlamento. Tutto ciò prima che sia troppo tardi."