I tirocini formativi e lo sfruttamento istituzionalizzato

Paghe da fame

07 Giugno 2010   14:23  

Denuncia il capogruppo Prc in consiglio regionale Maurizio Acerbo:

'' Lavoratori con paghe cinesi (e senza contributi) con la scusa di un'inesistente formazione con il beneplacito della Provincia di Pescara e la latitanza della Regione

Il tirocinio formativo rischia di diventare la nuova frontiera del lavoro nero e del sottosalario, almeno nella Provincia di Pescara, ma temiamo che il fenomeno sia diffuso in tutto il territorio regionale.

In troppi casi la formazione di fatto non viene impartita ed è vanificata la natura formativa del tirocinio.

Si consente in pratica alle aziende un utilizzo improprio dei Tirocinanti nello svolgimento di attività ordinarie e la sostituzione di personale compensando carenze di organico.


Il risultato è che le imprese utilizzano manodopera sottopagata (300 euro al mese, 3 euro l'ora) e senza contributi previdenziali e di sfruttare i tirocinanti invece di assumere nuovo personale.

Al fine di chiarire le nostre perplessità sull'utilizzo dei tirocini formativi nella provincia di Pescara facciamo qualche esempio.

Una struttura della grande distribuzione come Auchan ne utilizza più di 20 ogni 6 mesi: la lettura del "progetto formativo" è davvero da ridere.

Ecco quali sono le "competenze tecnico-professionali che s'intendono far acquisire" secondo il progetto formativo:

"Le nozioni per l'utilizzo di tecnologie per la registrazione delle merci in uscita e per la riscossione dei pagamenti; le nozioni per l'utilizzo di tecnologie relativamente complesse (POS, scanner per la lettura dei codici a barre). Le nozioni per il controllo della corrispondenza tra gli incassi registrati e quelli effettivamente acquisiti. Le nozioni per l'assistenza alla clientela per la verifica dei prezzi, il cambio di denaro e le comunicazioni con altri responsabili e addetti".

In pratica queste persone fanno le cassiere per 6 mesi con paghe cinesi!

Secondo quanto riferito al quotidiano on line Primadanoi dal funzionario del settore lavoro della Provincia di Pescara vi sono anche storie tragiche: alcuni anni fa un lavoratore impegnato in un tirocinio formativo è morto in uno stabilimento del polo chimico di Bussi sul Tirino mentre puliva un silos dalle incrostazioni di sale accumulatesi al suo interno.

Insomma si tratta di un fenomeno di SFRUTTAMENTO ISTITUZIONALIZZATO rispetto al quale la Regione dorme e la Provincia è complice in un clima generale di omertà.

Solo nella provincia di Pescara si fanno più di 1.000 tirocini l'anno (pare che soltanto l'1% si trasformi in assunzioni). Facciamo presente che vi sono tirocini addirittura finanziati dalla Provincia di Pescara (e quindi per le imprese a costo zero). La Provincia di Pescara ha speso € 596.490,00 e promosso l'attivazione di 193 tirocini nel 2007/2008. Su 193 si sono concretizzati soltanto 13 contratti a tempo indeterminato.

I tirocini sono regolati a livello nazionale dalla legge n. 196/97 all'art. 18 e dal decreto n. 142/98. Con la legge regionale 76/1998 la Regione Abruzzo ha delegato alle province la "programmazione e attuazione" dei tirocini formativi.

Comunque la stessa legge 76 affida alla Regione le funzioni di indirizzo, programmazione, coordinamento, monitoraggio e verifica. Inoltre la sentenza n.50/2005 della Corte Costituzionale ha stabilito che la materia dei tirocini rientra tra quelle di esclusiva competenza delle Regioni.

Al fine di evitare abusi e utilizzi impropri dello strumento Regioni e Province possono disciplinare ulteriormente la materia. Esempi di regolamenti e circolari particolarmente efficaci appaiono quelli delle province di Terni e di Pesaro Urbino. Non ci risulta che questo avvenga in Abruzzo e, in particolare, alla Provincia di Pescara.

Chiediamo non solo alle istituzioni, ma anche alle organizzazioni sindacali che ai sensi della legge dovrebbero ricevere comunicazione relativa a tutti i tirocini, di porre in essere una disciplina più rigorosa.''

 


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