Iarlori alla moglie, ''Sono vivo, ce l'ho fatta''

Comandante del Buccaneer rilasciato

10 Agosto 2009   11:12  

"Sono vivo, ce l'ho fatta". Queste le parole pronunciate ieri sera al telefono dal comandante del "Buccaneer", Mario Iarlori, alla moglie Alessandra, subito dopo il rilascio. "Ci ha chiamato ieri sera la Farnesina - spiega la signora Iarlori - e ci ha detto che finalmente erano tutti liberi. Ora siamo piu' rilassati, finalmente e' finita". La donna era in ansia da quattro mesi, a Ortona (Chieti), per la sorte del marito, sequestrato dai pirati somali con altri quattordici marittimi nel golfo di Aden. Con Iarlori, che ora e' in viaggio verso casa, c'e' un altro marittimo ortonese, il secondo ufficiale di macchina, Tommaso Cavuto. Alessandra Iarlori sara' in municipio a Ortona alle 11,30 per una conferenza stampa convocata dal sindaco, Nicola Fratino. Parteciperanno all'incontro coi giornalisti anche la moglie di Cavuto, e il comandante della Capitaneria di Porto, Giuseppe Fama'.

 

ORTONA IN FESTA, TELEFONA ANCHE LETTA


Sono stati gli altoparlanti delle feste di piazza, ieri sera a Ortona (Chieti), a dare la notizia del rilascio dei due marittimi ortonesi imbarcati sul "Buccaneer", il rimorchiatore della compagnia Micoperi sequestrato dai pirati somali, l'aprile scorso, nel golfo di Aden. Al telefonino di servizio dell'addetto stampa del municipio, Rosanna Raimondi, e' stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, a dare alle 22.25 la notizia piu' attesa: Mario Iarlori e Tommaso Cavuto erano finalmente liberi. E' stato il sindaco di Ortona, Nicola Fratino, a portare subito la bella notizia ai concittadini: "Sono felice - ha detto il sindaco, a colloquio stamane con il comandante della capitaneria di porto, Giuseppe Fama' per organizzare i festeggiamenti - e devo subito complimentarmi con le famiglie dei marittimi per la compostezza assoluta dimostrata in tutta la vicenda. Credo che i nostri concittadini rientreranno per Ferragosto e confermo che a Ortona sara' festa grande. Un ringraziamento - ha aggiunto Fratino - va al ministro Frattini e a tutto lo staff dell'unita' di crisi della Farnesina, che ci aveva chiesto di tenere un basso profilo per non compromettere il buon esito della vicenda. A Ortona, naturalmente, verra' anche il presidente della Micoperi, Silvio Bortolotti, in viaggio verso Gibuti per riabbracciare i suoi uomini. L'incubo - ha concluso il primo cittadino - e' finalmente terminato".

 

LA RUSSA, APPREZZAMENTO PER ATTIVITA' FORZE ARMATE


Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha espresso apprezzamento e gratitudine nei confronti delle forze armate, e in particolare del personale della Marina Militare e dell'equipaggio di Nave "San Giorgio", che hanno contribuito - "con un impegno silenzioso e con grande professionalita'", dice un comunicato - a conseguire l'obiettivo di giungere alla liberazione, salvaguardandone l'incolumita', dell'equipaggio del mercantile Buccaneer, equipaggio che comprende 10 italiani.

 

(SCHEDA) BUCCANEER: QUATTRO MESI DI ANGOSCIA E TRATTATIVE

Per quattro mesi esatti la vicenda del Buccaneer ha tenuto in angoscia i familiari dei 10 marittimi italiani, dei cinque romeni e dell'unico croato dell'equipaggio.

Quattro mesi durante i quali ai segnali incoraggianti sono spesso seguiti momenti di grande preoccupazione e di sconforti.

Queste le tappe principali della vicenda.

- 11 aprile: il rimorchiatore viene abbordato dai pirati nel Golfo di Aden.

- 12 aprile: la fregata Maestrale della Marina militare e' al largo della Somalia mentre il Buccaneer viene portato a ridosso della costa del Puntland.

- 13 aprile: si decide che il blitz sara' l'estrema opzione e si avviano le trattative a oltranza.

- 15 aprile: la Farnesina chiede ai media il silenzio stampa. I marittimi riescono a mettersi in contatto con i familiari.

- 16 aprile: il premier somalo, Omar Abdirashid Ali Sharrmake, annuncia l'avvio di trattative.

- 19 aprile: il governatore del Puntland, Mohamud Said Nur, accusa l'equipaggio del Bucaneer di trasportare rifiuti tossici da scaricare all argo della Somalia. L'armatore ravennate Micoperi smentisce.

- 24 aprile: ai familiari dei marittimi arriva un ultimatum, ma la Farnesina smentisce e manda nella regione il sottosegretario Margherita Boniver

- 2 maggio: Margherita Boniver arriva in Puntland per ribadire che non sara' tentato alcun blitz militare.

- 2 giugno: una telefonata del comandante del rimorchiatore, Marino Iarloi, al Corriere della Sera, seguita da una richiesta di riscatto mette in allarme sulle condizioni dell'equipaggio.

- 3 agosto: Franco Frattini parla con il premier somalo per confermare il pieno sostegno al governo di transizione a riceve assicurazioni di un impegno personale del premier nella trattativa per la liberazione del Buccaneer.

- 9 agosto: il rimorchiatore e l'equipaggio vengono lasciati andare. I pirati affermano di aver ricevuto un riscatto di quattro milioni di dollari.

 

PIRATI, PAGATO RISCATTO DI 4 MILIONI DI DOLLARI

Per la liberazione del rimorchiatore Buccaneer e del suo equipaggio e' stato pagato un riscatto di quattro milioni di dollari. Lo affermano i pirati che per quattro mesi hanno avito nelle loro mani la nave e i marittimi, tra cui dieci italiani. "Abbiamo preso un riscatto di quattro milioni e abbiamo liberato il rimorchiatore italiano che e' gia' partito" ha detto una fonte della banda di sequestratori. Andrew Mwangura, coordinatore del gruppo marittimo regionale 'East African Seafarers' Assistance Programme' ha invece parlato di un riscatto di cinque milioni. "Ieri sera stavano contando i soldi" ha riferito.

 

SINDACO ORTONA, "NON ABBIAMO TIRATO FUORI SOLDI"

"L'Italia deve essere orgogliosa dell'organizzazione messa in atto per la liberazione dei marinai. Non abbiamo usato ne' la forza ne' abbiamo cacciato fuori i soldi", ha riferito Nicola Fratino, sindaco di Ortona (Chieti), nella prima conferenza stampa dopo la liberazione dell'equipaggio del Bucaneer. "La nostra e' stata una strategia vincente anche se ci sono stati giorni duri soprattutto per i familiari, quando nei momenti di silenzio sembrava non succedesse niente", ha aggiunto. Adesso i marittimi sono in viaggio verso il porto di Gibuti, nell'Africa orientale. "Speriamo di riabbracciarli per ferragosto", ha dichiarato una delle mogli, "ma non sappiamo quando arriveranno".

 

L'ARMATORE, TRATTATIVA DIFFICILE MA NESSUN RISCATTO

La 'Buccaneer' sta facendo rotta verso Gibuti scortata da due navi della Marina Militare. Tra due giorni arrivera' in porto e per il comandante Mario Iarlori e i 15 membri del suo equipaggio l'avventura del sequestro sara' veramente finita. Torneranno presto in Italia, dalle loro famiglie che per tutte queste settimane sono state costantemente informate sia dall'Unita' di Crisi della Farnesina che dalla societa' armatrice del mercantile, la Micoperi di Ravenna. "Sono stati tenuti contatti diplomatici ininterrotti con il governo somalo, le autorita' del Puntland, i governatori locali e i capi tribu' del territorio: operato di cui ringraziamo il Governo, il ministero degli Esteri, il ministero per la Difesa, il Commissario straordinario Margherita Boniver, gli staff dei Ministeri, l'unita' di crisi presso la Farnesina - ha detto Silvio Bartolotti, presidente della Micoperi -. Finalmente abbiamo ottenuto l'obiettivo che ci premeva sopra ogni altro, e cioe' la salvezza, l'incolumita' e il ricongiungimento con le famiglie, dei nostri 16 dipendenti". Bartolotti, che ha ringraziato la Marina, "pronta a difendere i nostri connazionali in ogni eventualita' critica", ha ricordato le difficolta' incontrate durante la trattativa e ha confermato che per la liberazione della nave non e' stato pagato alcun riscatto. "I punti critici nella vicenda - ha aggiunto - sono state la difficolta' di trovare interlocutori affidabili e la situazione politica e sociale di un'intera regione, in cui non e' chiaro nemmeno chi dipenda da chi, chi sia indipendente da chi, e chi governi su chi. Non dimentichiamo che c'e' stato anche un momento in cui il 'Governo del Puntland' ha dichiarato 'Macche' pirateria: abbiamo fermato noi la nave italiana perche' aveva intenzione di sversare nei nostri mari dei rifiuti tossici'. Poi le lunghe attese, i rimandi e silenzi che ricominciavano anche dopo che era assicurata una soluzione positiva entro poche ore. Abbiamo ricominciato tutto daccapo piu' volte".

L'armatore ha poi criticato l'operato di una parte della stampa: "Ci siamo sentiti sotto attacco non solo della pirateria somala, ma anche della pirateria mediatica. Abbiamo letto (e riletto, increduli) di iniziative di complesse ricerche, deduzioni, confronti di profili e di prue di navi e di dati tecnici, per finire con l'accertare che il 'Buccaneer' sarebbe una nave fantasma, di cui non si conoscono dati e proprieta', inesistente per qualsiasi registro navale. Invece tutto e' registrato, pubblico, verificabile". Per il futuro l'armatore auspica un aumento della sicurezza in quel tratto di mare: un piu' ampio uso degli "elicotteri per sorvegliare le navi anche a vista"; una migliore organizzazione dei convogli. "Qualcuno - ha spiegato ancora - fa i conti e conclude che bisogna tornare a circumnavigare l'Africa, visto che la pirateria ha fatto lievitare i costi delle assicurazioni e che il passaggio di Suez e' diventato troppo costoso. Sulla stampa sono comparsi ipotesi di costi: intensificare la presenza militare costa sicuramente di piu' che assegnare fondi alla Somalia perche' controlli la pirateria e la contrasti efficacemente". Per Bartolotti, tuttavia, il problema "e' la nebbia politica in cui e' immersa l'intera regione da decenni, la mancanza di autorita' referenti, di una struttura statale, di leggi, di accordi internazionali: cosa che certamente non e' del tutto casuale e conviene (fa il gioco) a vari interessi. Il problema - ha sottolineato - non si risolvera' in mare, si puo' risolvere solo a terra".

 

 


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