Il 25 aprile 1945 la liberazione dal nazifascismo: la storia della Resistenza in Italia e in Abruzzo

25 Aprile 2012   07:39  

La Resistenza italiana fu l'insieme dei movimenti politici e militari che in Italia dopo l'8 settembre 1943 si opposero alnazifascismo, nell'ambito della guerra che portò alla liberazione dell'Italia, avvenuta gradualmente tra il 25 aprile 1945 e il successivo mese di maggio. Alcuni storici hanno evidenziato più aspetti contemporaneamente presenti all'interno del fenomeno della Resistenza: "guerra patriottica" e lotta di liberazione da un invasore straniero; insurrezione popolare spontanea; "guerra civile" tra antifascisti e fascisti, collaborazionisti con i tedeschi; "guerra di classe" con aspettative rivoluzionarie soprattutto da parte di alcuni gruppi partigiani socialisti e comunisti.

Il movimento della Resistenza – inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazionenazifascista – fu caratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti,azionisti, monarchici, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui partiti componenti avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.

La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana: l'Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al CLN, i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche ed ispirandola ai princìpi della democrazia e dell'antifascismo.

Il periodo storico in cui il movimento fu attivo inizia dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 (il CLN fu fondato a Roma il 9 settembre) e termina nei primi giorni del maggio 1945, durando quindi venti mesi circa. La scelta di celebrare la fine di quel periodo con il 25 aprile 1945 fa riferimento alla data dell'appello diramato dal CLNAI per l'insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano dell'Alta Italia.

(da Wikipedia)

LA RESISTENZA IN ABRUZZO

In generale, la resistenza abruzzese può dividersi in tre tipologie fondamentali: comunitaria, bande locali e Brigate organizzate (come la Brigata Maiella).

Si può dire che, dopo l'episodio di Porta San Paolo, a Roma, dove militari italiani hanno un conflitto a fuoco con reparti tedeschi, in Italia la Resistenza militare nasce in Abruzzo. A iniziare la guerra partigiana sono distaccamenti di piccoli gruppi autonomi. Solo in seguito essi verranno organizzati in nuclei, squadre, brigate di 45-50 uomini formate da ex militari e ufficiali, per un totale di circa 4800 combattenti (compresi ufficiali e soldati inglesi, greci, russi, serbi liberati o fuggiti dai campi di prigionia italiani).

Il primo episodio avviene nel teramano, a Bosco Martese, dove, in uno scontro armato con un battaglione di tedeschi , viene catturato lo stesso comandante Hartmann (poi fatto fucilare poiché riconosciuto colpevole di aver trucidato dei civili). Proprio in direzione di Bosco Martese si stava recando dall'Aquila un gruppo di giovani, alcuni dei quali catturati e poi fucilati il 23 settembre: sono noti come i Nove martiri aquilani. L'Abruzzo si trova coinvolto in pieno nella lotta in quanto area strategica per la difesa nazista voluta dal generale Kesselring, e per l'attacco alleato.

L'armata di Montgomery rimane inchiodata sul Sangro, parte integrante della linea di difesa tedesca Gustav (che va dal Garigliano alla zona di Ortona). In questa zona si susseguono scontri terribili, come la tremenda e drammatica battaglia di Ortona (non a caso definita la Stalingrado d'Italia). A Lanciano la popolazione si rivolta: questo fatto costituisce la più importante delle ribellioni comunitarie, l'unica che avviene in una città ed in forma di scontro aperto. La repressione nazi-fascista non si fa attendere ed è sanguinosa: si susseguono i processi e le esecuzioni sommarie. La pressione tedesca sulla popolazione si esprime in una crudeltà che ha il suo punto più atroce nel novembre del 1943 a Pietransieri, con l'uccisione di 123 abitanti, ed a Gessopalena con oltre 38 uccisioni. L' opposizione comunitaria ai nazisti avviene anche aiutando i prigionieri di guerra a nascondersi oppure a fuggire. Le stesse origini della Brigata della Maiella si legano a questo spirito comunitario, al rancore dei montanari verso le violenze compiute dai tedeschi i quali lungo la linea Gustav attuano ogni sorta di razzia.

La Brigata della Maiella rifiuta di essere inquadratane nell'esercito badogliano e riesce a farsi accogliere nelle file dell'esercito alleato. La Maiella, insomma, scegliendo di operare tra le file degli alleati, riesce a sottrarsi alla "svolta di Salerno" cioè all'accordo con la monarchia. Essa è la prima a liberare Bologna e risale il fronte sino al nord: per questob è l'unica brigata partigiana decorata con la medaglia d'oro al valor militare.

Diversamente accade per le bande locali. Contemporaneamente come d'improvviso la gran parte della popolazione abruzzese vede emergere quasi dal nulla schiere di gruppi partigiani in una quantità non prevedibile. Alcuni dei gruppi armati sono di dubbia provenienza: si aggirano nelle zone liberate degli alleati spesso accompagnati da una aggressività spietata che determina brutali regolamenti di conti dietro ai quali si celano spesso rancori personali come accade a Cermignano dove vengono assassinati un impiegato comunale e il direttore del consorzio agrario.

A parte questi episodi marginali, occorre rimarcare l'importante azione dei vari gruppi di partigiani alle cui redini c'erano esperti di vera guerriglia, come il maggiore serbo Mattiasevic. A l'Aquila episodi di resistenza e ribellione come quello dei Nove Martiri sono sporadici, anzi unici. La città non mostra spirito di ribellione aperta. Per iniziativa di ex-militari all'inizio del 1944, si costituisce una piccola formazione di partigiani (la banda "Giovanni Di Vincenzo"), operante tra Arischia fino a Barisciano. Sul territorio di Lucoli, Tornimparte, Campo Felice è presente la banda della "Duchessa". L'azione partigiana si accompagna alle faticose vittorie dell'armata alleata: a costo di centinaia di morti tra la popolazione e i militari, vengono man mano liberate le città: 13 giugno 1944.

(da atlantememoria.it)


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