Il 25 aprile L'Aquila ricorda le vittime della barbarie nazifascista

Il 25 aprile a L'Aquila. un filo sottile lega la festa della liberazione dalla barbarie del nazismo e del fascismo, alla ricostruzione, al dovere morale di non dimenticare, alla resistenza intesa come esempio più alto di dedizione, senso civico ed eroismo.

Molte le le celebrazioni che si sono svolte nel capoluogo. Si comincia con due corone di fiori una nella piazzetta a loro intitolata una alla caserma pasquali, per ricordare i nove martiri aquilani, nove ragazzi che fuggirono armati in montagna a seguito dell'occupazione tedesca, furono catturati a seguito di un soffiata di cittadini di fede fascista, furono fucilati il 23 settembre del 43 senza pietà , seppelliti infine in una fossa comune fatta scavare dalle stesse vittime.

E poi a Onna, che nella sua travagliata storia ha vissuto un altra tragedia prima del terremoto: 17 innocenti cittadini siamo nell 11 giugno del 1944 furono trucidati dai nazisti a seguito dell'aggressione da una parte di un onnese contro due soldati che gli stavano requisendo gli animali.

E ancora: lo Iasric, l'Istituto abruzzese di storia della resistenza e dell'Italia contemporanea ha reso omaggio a Giovanni Vincenzo, partigiano, che morì dilaniato da una bomba a mano mentre con cinque compagni era asserragliato dentro un casale poco lontano san Pietro della Jenca e assediato da tedeschi e fascisti. Oggi pomeriggio alle 17 lo Iasric terrà una conferenza a Scoppito, in piazza municipio dedicata al significato e attualità del 25 aprile.

Una corona di fiori ed un commosso ricordo infine anche a Filetto, dove nel giugno del 44, a seguito di un assalto ad un convoglio tedesco da parte dei partigiani, il capitano Deffreges diede ordine di fucilare tutti i cittadini maschi tra i sedici e sessanta anni e di bruciare il paese.

Diciassette furono le vittime della bestiale rappresaglia. Tra questi anche Gradito Alloggia. Suo figlio porta lo stesso nome, e ardente è in lui il ricordo del padre che non ha mai conosciuto.