Il 3e32: 'Con che coraggio Gabrielli dice che a L’Aquila non c’è stata voglia di fare?''

16 Ottobre 2012   17:20  

Riceviamo e pubblichiamo dal comitato 3e32 dell'Aquila in merito alle affermazioni del capo della Protezione civile Franco Gabrielli. 

''Ci chiediamo con che coraggio Gabrielli si permetta ancora di dare simili giudizi su L’Aquila.

Noi non abbiamo dimenticato il ruolo che ha svolto l’attuale capo della Protezione Civile nell’immediata emergenza.

Gabrielli non solo era vice-commissario (vice di Bertolaso), ma era anche prefetto, con il compito specifico di vigilare sulle possibili infiltrazioni e speculazioni da parte della criminalità organizzata e delle “cricche” nella ricostruzione.

Infiltrazioni e speculazioni che, come ci dicono le indagini della magistratura, sono avvenute indisturbate; anzi, peggio, alcune di queste “cricche” sono state favorite dagli stessi vertici della Protezione Civile, gli stessi (a parte Bertolaso) che sono ancora lì a ricoprire i propri incarichi, nonostante lo sperpero di fondi, le irregolarità nel piano c.a.s.e., le indagini sulla commissione grandi rischi, ecc.

Possibile che Gabrielli, che condivideva il comando della gestione del post-emergenza insieme a Bertolaso, non si sia accorto di nulla?

Forse era troppo impegnato a vietare assemblee e vietare volantinaggi nelle tendopoli, in barba ai più elementari principi costituzionali, o forse era concentrato sulla "delicata" operazione del sequestro delle carriole, o a cercare di reprimere in ogni modo ogni forma di attivismo e partecipazione della società civile che non fosse gradito o complice della loro gestione.

Ci chiediamo con che coraggio questa persona affermi oggi che a L’Aquila non c’è stato “attivismo” o “voglia di fare”?

Se questa affermazione è in parte vera, ciò è dovuto al fatto che la Protezione Civile ha represso e ostacolato, fin dai primi giorni delle tendopoli, ogni forma di volontà di partecipazione attiva, auto-organizzazione e dissenso da parte della popolazione.

Fin dall’inizio questo tipo di gestione ha trasmesso il messaggio di "stare seduti e buoni" ad aspettare “il miracolo”, di non disturbare o criticare i nostri “salvatori”; mentre nel frattempo qualcuno era già al lavoro per riuscire attraverso il piano c.a.s.e., il g8, i puntellamenti, a fare affari sulla nostra pelle.

Dov’eri Gabrielli? Cosa facevi invece di controllare e vigilare? E ci chiediamo come mai ancora oggi Gabrielli continui a prodigarsi in grandi difese di Guido Bertolaso.

Forse perché in realtà è stato complice di un sistema che nel nome dell’emergenza ha favorito gli affari di pochi sopra i diritti di tutti.

Se in Emilia le cose stanno andando diversamente, è anche grazie alla forza che ha dimostrato una parte del nostro territorio, denunciando e ribellandosi alle ingiustizie e alla speculazione delle cricche, e contribuendo a far venir fuori tutto il marcio che c’era ai vertici della Protezione Civile.

Purtroppo però le parole e le azioni di Gabrielli, ci dimostrano chiaramente che quel marcio è bel lontano dall’essere superato, ma noi non ci stancheremo mai di dirlo a testa alta.''

 


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