Il Comune paga 120mila euro di danno d'immagine per lo scheletro di palazzo Michelangelo

07 Gennaio 2014   16:23  

I cittadini pescaresi attendono da anni la demolizione di Palazzo Michelangelo, il rudere in cemento armato di cinque piani che è stato costruito sulla riviera nord in barba alle regole urbanistiche, costruzione è avvenuta in parte su un terreno demaniale. Il Comune ha dovuto oggi prevedere il riconoscimento di un debito fuori bilancio per 120.000 euro nei confronti dei sigg. Margherita Garzia Civico, Elisa e Maria Grazia Tarei e Giovanna Boccia per i danni a loro arrecati dal permanere dello scheletro.

Un danno alla vista panoramica arrecato a privati cittadini che sono anfati per vie legali. A pagare però non è la società che ha promosso l’opera ma il Comune di Pescara e per esso la collettività pescarese per il troppo tempo trascorso senza assumere iniziative concrete volte alla demolizione dell’opera abusiva.

Commentano i consiglieri comunali  Enzo Del Vecchio e Camillo D’Angelo, del Pd: 

E' una triste vicenda che nasce nel 1989 e che, ancora oggi, non trova soluzione per effetto di un ricorso al Consiglio di Stato da parte della società Immobiliare Michelangelo che nel lontano novembre del 2009 si vedeva accolta la richiesta cautelare di sospensiva sul provvedimento di demolizione.

Un tempo troppo lungo, quello tra il dispositivo cautelare e la discussione di merito – peraltro ancora da fissare -, che gli stessi giudici del Consiglio di Stato hanno puntualizzato nell’ordinanza n. 4954 del dicembre 2013 quando hanno respinto il ricorso del Comune di Pescara contro la richiesta di risarcimento ottenuta dai sigg. Margherita Garzia Civico, Elisa e Maria Grazia Tarei e Giovanna Boccia.

Quel richiamo dei giudici: “… alla luce dell’inerzia del Comune che - dopo la sospensione - non ha adottato alcuna iniziativa e nulla appare avere fatto per sollecitare la decisione dell’appello nel merito” è suonata come una dura reprimenda all’azione dell’amministrazione comunale che i consiglieri comunali della Commissione Finanze hanno interpretato anche come una diretta chiamata di responsabilità di cui è necessario chiarirne la portata per evitare indirette chiamate in causa da arte della Corte dei Conti.

Qualche tempo addietro l’assessore Antonelli nel rispondere alle critiche della opposizione sulla mancata reiterazione del provvedimento di demolizione aveva avanzato la contrarietà del dirigente competente.

Ai più non è stato mai chiaro a quale dirigente l’assessore facesse riferimento visto il tourbillon di professionisti che si sono succeduti nell’incarico (Pasqualini, D’Aurelio, Pepe e da quest’anno Silveri) tanto da poter ipotizzare, con qualche certezza in più, che ad essere inadatti non sono stati i tecnici ma la guida politica che li ha individuati.

E mentre il Sindaco Mascia e l’Assessore Antonelli giocano al risico sull’assetto edilizio del Comune i cittadini pescaresi pagano i primi 120.000 euro di danni all’immagine destinati a ripetersi negli anni futuri e fino alla rimozione di quella bruttura che devasta l’immagine della riviera nord.''


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