E se il supertestimone del caso Del Turco avesse utilizzato per sé i soldi che giura d’aver consegnato all’ex governatore abruzzese e ai suo sodali di giunta?
Se lo domanda, oggi dalle pagine de Il Giornale, Gian Marco Chiocci.
Il "segugio" che fu autore del presunto scoop - poi rivelatosi una bufala - in base al quale il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, all'indomani del sisma, dimorava in un lussuoso resort della costa abruzzese.
La tesi di Chiocci, che stavolta non invoca l'intervento della magistratura ma anzi biasima l'operato delle toghe, basandosi sulla "mancanza di riscontri sulle mazzette (mai un euro è stato trovato)" e sulle "forsennate movimentazioni di denaro sui conti correnti" di Angelini "e di persone a lui vicine, che sono poi alla base dell’arresto per bancarotta voluto dalla procura di Chieti (e non da quella di Pescara, che ad Angelini ha risparmiato le manette credendo ciecamente alle sue parole)", punta a dimostrare l'innocenza dell'ex presidente della Regione.
Chiocci racconta infatti dell'"immenso tesoro da oltre dieci milioni di euro che Angelini avrebbe nascosto agli inquirenti in alcuni garage, capannoni e uffici di stretta pertinenza e che, guarda caso, corrisponderebbe alle misteriose tangenti versate alla giunta Del Turco e a quella precedente (6 milioni+6)".
Il consulente tecnico della procura di Chieti chiamato a stilare l’inventario, secondo quanto racconta Chiocci "non nasconde una certa sorpresa nel descrivere i 356 reperti sequestrati, composti da preziosissimi 'materiali archeologici, quadri di arte antica, moderna e contemporanea, mobili con arco cronologico a partire dal XVII secolo, orologi d’epoca e contemporanei di pregio, sculture in bronzo o marmo di epoca moderna, argenterie d’epoca' e via discorrendo".
E poi via con l'elencazione degli innumerevoli beni, tra i quali ci sarebbe persino un "ritratto di gentiluomo" del Tiziano.
Conclude Chiocci: "Manca la stima completa sugli orologi. E manca all’appello il copioso abbigliamento sartoriale dui Angelini, di grande valore, che il curatore di Chieti aveva messo all’asta eppoi non aveva venduto in blocco a un misterioso acquirente sul quale i pm nutrivano dubbi. Risultato: una settimana più tardi il magazzino con cappotti, maglie in cachemire, vestiti e camicie su misura, scarpe inglesi, è stato svaligiato. Su 'commissione', ipotizzano gli inquirenti. Su commissione di chi?".