Il caso del piccolo Paolo Alinovi, l'Ordine difende i medici assolti: "Non sono assassini"

Per il neonato morto in ospedale a Pescara tutti assolti

13 Giugno 2012   12:22  

"Non si puo' prescindere dal fatto che un medico operi sempre e comunque per il bene del suo assistito, pur essendo un essere umano e quindi anche fallace". Lo scrive in una nota il presidente dell'Ordine provinciale di Pescara dei medici, chirurghi e odontoiatri, Enrico Lanciotti, in relazione alla decisione del Gup Sarandrea che ieri si e' pronunciato sul caso del piccolo Paolo Alinovi, il neonato morto all'ospedale civile di Pescara. Il gup si e' cosi' pronunciato: assoluzione perche' il fatto non sussite per il medico Antonello Persico e non luogo a procedere perche' il fatto non sussiste per Pierluigi Lelli Chiesa, primario del reparto del nosocomio pescarese, e per i colleghi Michele Favale, Carlo Rossi e Luigi Sardella.

"Quello della perdita di un figlio - dice Lanciotti - e' un evento che cagiona un dolore tanto devastante e incommensurabile da legittimare la richiesta di accertare se tutto sia stato fatto per salvarlo. Se pero' la sete di giustizia e verita' si trasforma in giustizialismo, se il medico per il quale si formula un'ipotesi di errore professionale diventa un assassino e i giudici che lo assolvono da tale accusa vengono definiti collusi e corrotti, si rischia di creare una frattura foriera di guasti irreparabili tra la nostra professione e i pazienti". E poi conclude: "E' responsabilita' di tutti non fomentare una rappresentazione diversa e grottesca del nostro agire che produca l'effetto paradosso di una medicina difensivistica e iperburocratizzata".


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