Il centro storico dell'Aquila abbandonato? Visione miope dell'amministrazione

31 Marzo 2025   10:49  

Dibattito acceso sul futuro dell’Aquila: il sindaco Biondi accusato di immobilismo mentre altre città investono nel rilancio dei loro centri storici

La gestione del centro storico dell’Aquila è tornata al centro del dibattito politico, con posizioni sempre più contrastanti tra chi auspica un vero rilancio e chi sembra rassegnarsi al suo destino di spazio destinato solo a eventi sporadici. Secondo molti, l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Biondi non sta affrontando in maniera adeguata il problema, lasciando che il cuore della città si spopoli sempre più, privandolo di servizi essenziali e di una quotidianità viva.

Il tema è emerso con forza nel corso del convegno “L’Aquila città universitaria”, dove il primo cittadino ha espresso una visione ritenuta da molti eccessivamente fatalista, quasi rassegnata all’idea che il centro storico possa essere solo un contenitore di manifestazioni occasionali, senza una vera prospettiva di ripopolamento. Tra le proposte avanzate nel dibattito pubblico, vi è quella di riportare le scuole nel centro storico, ripristinando un ciclo scolastico che vada dall’asilo alle scuole medie, calibrato sulle reali esigenze della popolazione attuale. Biondi, tuttavia, ha liquidato l’idea come un semplice rimpianto nostalgico per un tempo passato, ignorando il fatto che in molte città italiane si sta cercando di invertire la tendenza allo spopolamento proprio attraverso il potenziamento dei servizi di prossimità.

Nello Avellani, segretario del PD L'Aquila, e Alessandro Tettamanti, segretario del Circolo PD L'Aquila centro, hanno espresso profonda preoccupazione:

"Con molta tristezza bisogna constatare che il Sindaco dell’Aquila è del tutto vittima dell’ideologia per cui i centri storici sono destinati a diventare, oramai, esclusivamente la scenografia per eventi sporadici, privi di vita per la maggior parte del tempo, per l’impossibilità di viverci una quotidianità degna di questo nome."

Criticano l'atteggiamento del sindaco, affermando:

"Biondi si arrende allo stato di cose, come se non fosse lui a governare la città, come se non fosse possibile fare altro. Questa è la cifra del suo coraggio: zero. Questa la cifra della sua azione politica: zero."

Chi critica l’operato dell’amministrazione comunale sottolinea come il sindaco sembri arrendersi all’evidenza dei fatti, anziché cercare soluzioni concrete. Una posizione che stride con la grande disponibilità economica di cui l’Aquila può beneficiare, grazie ai fondi stanziati per la ricostruzione e lo sviluppo urbano. Milioni di euro che potrebbero essere impiegati per rendere il centro storico nuovamente attrattivo per le famiglie, evitando che la città perda definitivamente il proprio nucleo vitale.

Avellani e Tettamanti evidenziano:

"Eppure, avrebbe a disposizione milioni di euro – come nessun altro territorio – per evitare che il nostro centro storico si spopoli e, così, condannare a morte la città territorio che, intorno al suo cuore antico, si è per secoli pensata e ripensata."

Nonostante le mancanze amministrative, la vita tenta comunque di riappropriarsi del centro, spesso in modo spontaneo e inaspettato. Ne è un esempio recente il caso di bambini e ragazzi che, approfittando degli spazi lasciati vuoti, trasformano piazze in campi da calcio improvvisati, dimostrando che la necessità di socialità e aggregazione non è mai scomparsa, ma che mancano gli strumenti e gli investimenti per incanalarla in un progetto strutturato.

Il dibattito si estende anche alla questione della mobilità urbana. Secondo molti, il sindaco sembra voler eliminare del tutto la possibilità di una città vivibile senza automobile, accettando il declino del trasporto pubblico locale come una condizione irreversibile. Questa visione viene contestata da chi crede che si possa ancora costruire una città a misura d’uomo, dove sia possibile muoversi a piedi o con mezzi sostenibili, senza dover rinunciare a servizi fondamentali come le scuole, gli spazi di aggregazione e le attività commerciali.

Una politica priva di coraggio e visione a lungo termine?

I critici dell’attuale amministrazione accusano Biondi di non avere un piano concreto per il rilancio del centro storico, preferendo ignorare le problematiche piuttosto che affrontarle. Eppure, sarebbe possibile immaginare un centro storico che torni a essere un luogo vivo e funzionale, dove il ripristino delle scuole rappresenti solo uno dei tasselli di un più ampio progetto di rigenerazione urbana.

Avellani e Tettamanti sottolineano:

"No Sindaco, aprire le scuole in centro non significa che di colpo torneranno gli abitanti, come lei fa notare; il centro è un complesso ecosistema in cui l’apertura del ciclo scolastico per cui ci battiamo contribuirebbe però, di certo, a mettere uno dei tasselli che contribuirebbe al ritorno di una quotidianità possibile anche per giovani e bambini."

Chiaramente, un’operazione del genere comporterebbe delle sfide. La politica, però, dovrebbe servire proprio a questo: risolvere i problemi e non nasconderli sotto il tappeto. Se si volesse davvero invertire la rotta, bisognerebbe adottare un nuovo modello di sviluppo urbano basato sulla prossimità e sulla sostenibilità, favorendo politiche di trasporto adeguate e una gestione delle risorse più efficace.

Come affermano Avellani e Tettamanti:

"Ci vuole programmazione, capacità di attuare politiche e coraggio: quello che si richiede a chi amministra una città."

Servono programmazione, coraggio e volontà politica, qualità che, secondo molti, l’attuale amministrazione sta dimostrando di non possedere. La sfida è aperta, e il futuro del centro storico dell’Aquila dipenderà dalle scelte che verranno fatte nei prossimi anni.


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