Il conto corrente in rosso e quello che non dobbiamo restituire ad una banca

COPERNICO - TERZA PUNTATA

20 Luglio 2012   08:00  

La terza puntata di Copernico si occupa dei conti correnti, in particolare uno scenario purtroppo sempre più frequente.

Un cittadino o un azienda che usa lo scoperto di conto corrente o per finanziarsi o, nel caso più critico, a causa della crisi, prosciuga il conto corrente e lo manda in rosso. Prolungandosi tale situazione ed a causa dei meccanismi moltiplicatori degli interessi il conto si incaglia e le banche chiedono al cliente dissanguato di rientrare dall'oggi al domani. E qui avviene il dramma.

A fare chiarezza ancora una volta Gianni Colangelo esperto in servizi finanziari, saggista, consulente giuridico. Che subito premette: '' Non è vero che la banca che ti chiede di rientrare dal passivo nel giro di pochi giorni ha sempre ragione e che rispetta sempre la legge. Il passivo di un conto corrente è determinato dai complessi meccanismi moltiplicatori delle competenze che non rispondono, innanzitutto, ai precetti di trasparenza cui per leggi tutti si devono attenere.

Si tratta innanzitutto della pratica di calcolare gli interessi sugli interessi, di cui Copernico si è occupato nella prima puntata. Cui si aggiunge la pratica di calcolare la commissione sul massimo scoperto su se stessa e sugli interessi capitalizzati e l'imputazione degli addebiti e degli accrediti al capitale.

Sono disastrosi meccanismi moltiplicativi con progressione geometrica del passivo del conto corrente, che sono del tutto illegali. La trasmissione cerca di fare chiarezza su questi meccanismi e attraverso l’esempio sintetico di un caso concreto di vertenza giudiziaria dimostra come un cittadino ed un'azienda possono con successo difendersi.

Nel caso portato a mo’ d’esempio si narra di un’azienda che aveva chiuso il suo conto, durato 15 anni, azzerandone i passivo. Ha citato la Banca in giudizio e si è vista restituire del giudice 1.350.000 euro.

Ugualmente, nell’esperienza professionale di Gianni Colangelo, vi sono numerosissimi casi in cui a fronte di una richiesta fatta pervenire dalla Banca al suo cliente per il mezzo di un decreto ingiuntivo, in corso di causa il malcapitato si è visto riconoscere dal giudice non una riduzione del debito ma il rimborso di un credito che egli non immaginava di poter vantare nei confronti della banca che attraverso gli estratti conto certificava un debito inesistente.

La nostra piccola trasmissione Copernico vuole essere anche un servizio di pubblica utilità. Per tale motivo potete visitare il sito http://www.giannicolangelo.it/ per scaricare i moduli da inviare alla vostra banca per interrompere la prescrizione e per chiedere accertamento del saldo del vostro conto interpretando il contratto secondo la legge.

Chi vuole avere delucidazioni intorno a questa ed altre questioni, chi ha segnalazioni e denunce da fare, in particolare di casi personali o emblematici, può scrivere , con in oggetto ''COPERNICO'', all'indirizzo email:

redazione@abruzzo24ore.tv

Grazie dell'attenzione e alla prossima puntata. Filippo Tronca

Filippo Tronca

PS : A questo link è possibile scaricare una serie di slide che esemplificano l'argomento della terza puntata 

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