Il futuro Biotech del Paese e del polo farmaceutico aquilano

11 Giugno 2013   17:10  

Un settore che resiste alla crisi, quelle biotecnologie, soprattutto nelle sue applicazioni in medicina. Un settore che continua a contribuire ala scoperta di nuove terapie per malattie prima incurabili, grazie anche al dinamismo di 175 imprese, ai 1.4 miliardi di investimenti annui, ai 4.864 addetti in ricerca e sviluppo. Oggi del resto il 20% dei farmaci in commercio è biotecnologico e nel 2025 si arriverà al 75%.

Questi alcuni dei numeri del rapporto 2013 delle biotecnologie del settore farmaceutico in Italia, presentato quest'anona L'Aquila, nella tensostruttura, dell'Università di Coppito, donata nel post terremoto proprio da Farmindustria.

Una presenza del resto non causale quella di Farmindustria in un territorio dove da anni si è insediato e consolidato un importante polo industriale costituito da sette fabbriche, un centro di ricerca, 2.500 addetti tra diretti e indotto e una ricerca di eccellenza soprattutto sull'area biotech.

E al nostro microfono il presidente di Farmaindustria Massimo Scaccabarozzi rassicura anche sui paventati rischi di esuberi.

Scarabozzi indica infine i problemi che il settore si trova ad affrontare, primi tra tutti i ritardi dei pagamenti, la frammentarietà dei sistemi sanitari, la burocrazia elefantiaca contro la quale, par di capire, ancora non sono è stata inventate efficaci medicine.


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