Nella cornice investigativa legata all'omicidio di Giulia Cecchettin, l'avvocato Emanuele Compagno, incaricato d'ufficio per la difesa di Filippo Turetta, fornisce chiarimenti ai giornalisti sull'ipotesi di premeditazione. Secondo il legale, al momento attuale delle indagini, non emergono elementi che suggeriscano una pianificazione anticipata da parte del giovane.
Compagno sottolinea due aspetti fondamentali a sostegno della sua tesi. In primo luogo, fa riferimento alla situazione finanziaria di Turetta, rilevando che il giovane aveva pochi euro in tasca al momento dell'arresto. Questo dettaglio, secondo l'avvocato, andrebbe in contrasto con l'ipotesi di una premeditazione, suggerendo invece una situazione improvvisa o non pianificata.
In secondo luogo, Compagno evidenzia la scelta di Filippo Turetta di fuggire in Germania come indicatore della mancanza di un piano prestabilito. Sostiene che la Germania rappresenterebbe l'ultimo posto logico per cercare rifugio se l'intento fosse stato quello di nascondersi, sottolineando l'apparente contraddizione tra la destinazione scelta e l'ipotesi di premeditazione.
Il legale, quindi, esclude l'ipotesi di premeditazione nell'omicidio di Giulia Cecchettin, basando la sua argomentazione su considerazioni finanziarie e sulla logica della fuga intrapresa da Turetta. La vicenda continua a svilupparsi, mentre gli investigatori approfondiscono ulteriormente gli elementi collegati a questo tragico evento.
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