La riduzione dei trasferimenti a regioni e enti locali nel nuovo decreto sulla spending review e' pari complessivamente a 7,5 miliardi di euro, corrispondenti al 3% della loro spesa complessiva: questa cifra non potra' essere rivista ma nel corso dell'esame in Parlamento si possono valutare i criteri di ripartizione del taglio.
Lo ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, intervenuto alla trasmissione 'Baobab' su Radio 1 .
"Dal punto di vista strettamente finanziario, la parte rilevante del decreto e' la riduzione dei trasferimenti statali a favore di regioni, province e comuni che vale all'incirca il 70% degli interventi strutturali, pressappoco 7,5 miliardi.
Queste risorse - ha sottolineato Giarda - sono funzionali in modo diretto all'opzione che il governo ha fatto di spostare avanti nel tempo, ridurre o eliminare il previsto aumento di due punti dell'aliquota Iva".
Essendo la spesa complessiva degli enti territoriali di 230-240 miliardi l'anno "una riduzione dei trasferimenti di 7,5 miliardi e' pari al 3%. E' un fatto certamente non piacevole da dover subire, ma e' sempre e solo il 3% del totale della spesa".
Secondo Giarda "e' difficile" che il governo possa rimettere in discussione l'entita' del taglio ai trasferimenti ma "credo ci sia spazio per il Senato e per la Camera, ed anche per le strutture degli enti decentrati, di fare proposte su come questa riduzione verra' ripartita.
Non tutti gli enti decentrati sono nelle stesse condizioni economiche e finanziarie.
Non tutti gestiscono le spese con lo stesso grado di efficienza.
C'e' certamente spazio - ha concluso - per orientare anche l'attivita' emendativa in Parlamento sui criteri di riparto dei tagli ai trasferimenti'".